di Riccardo Bramante
Presso la sede dell’Ambasciata di Francia, a Palazzo Farnese, è stato presentato un volume biografico decisamente originale “L’Italia del Père-Lachaise. Vite straordinarie di italiani in Francia e di francesi in Italia”, frutto di un lavoro durato oltre due anni condotto da scrittori, giornalisti ed accademici coordinati dalla storica Costanza Stefanori ed edito da Skira.
E’ un’opera estremamente innovativa in cui viene raccontata la storia di 61 italiani ed italiane, ognuno a suo modo divenuto ben noto, che hanno trovato riposo nel celebre cimitero parigino del Père –Lachaise che accoglie, nei suoi oltre 40 ettari, tanti personaggi famosi tra cui Chopin, Molière, Proust e Oscar Wilde.
L’idea, nata dall’entusiasmo del Console generale d’Italia a Parigi, Emilia Gatto, ha richiesto la partecipazione di un gruppo di 120 volontari che hanno avuto il compito di rintracciare una ad una le tombe degli italiani sepolti nel cimitero non essendovi un archivio pubblico. Alle ricerche hanno partecipato anche scrittori affermati come Corrado Augias, o noti giornalisti come Massimo Nava, i quali, affidandosi anche a fonti diverse e a testimonianze orali, sono riusciti a far rivivere – come scrive la Console nella prefazione- “personalità fuori dall’ordinario, italiani di nazionalità, di origine o di “cuore” che hanno passato l’ultima parte della loro vita in Francia.”
Tra loro ci sono nomi noti come i pittori Giuseppe De Nittis e Amedeo Modigliani, musicisti come Gioacchino Rossini e Vincenzo Bellini, cantanti come Maria Callas e Yves Montand (nato Ivo Livi), politici come Piero Gobetti e Carlo e Nello Rosselli, ma anche nomi meno noti come la ballerina Maria Taglioni, considerata la prima romantica o Maria Alboni, “la voce di contralto più bella che abbia ascoltato in vita mia” come disse Rossini.
Di tutti viene fatta una esauriente ed appassionata biografia: Dacia Maraini ha scritto su Maria Callas, italiana non di passaporto ma di cuore, Monica Bellucci ha ricordato la sua concittadina di Città di Castello Maria Alboni, Massimo Ranieri racconta, invece, di Antonio Franconi, considerato l’inventore del circo moderno di cui il cantante napoletano ha interpretato il personaggio nel film “La meravigliosa avventura” di Luca Verdone.
Il libro ha, dunque, una valenza non solo storica e culturale ma anche sentimentale, utile per sottolineare ancora una volta “il debito culturale reciproco tra Italia e Francia, unite da profonda amicizia al fine di essere più forti e coesi nell’affrontare le sfide future” come ha tenuto a ricordare l’Ambasciatore di Francia Christian Masset.