Essere umani o essere “diversi”?
Dott.ssa Annalisa Lo Monaco
Oggi è la giornata contro l’omofobia, la bifobia, transfobia e a questo punto aggiungerei la lesbofobia!
Quante parolone inutili! In quanto psicologa l’accettazione di se stessi e degli altri ormai dovrebbe far parte della mia natura. Proprio per questo sono stanca di commemorare, onorare, sottolineare diversità che non esistono.
Abbraccio in toto quanto asserisce Galimberti nel suo ‘I miti del nostro tempo’, libro che tutti dovremmo avere sul comodino per leggerne una pagina prima di dormire al posto del libro delle preghiere e, appunto Galimberti ci fa notare che nelle antiche civiltà greche e romane non c’era parola per definire l’omosessualità.
C’era solo il rapporto d’amore che poteva coinvolgere indifferentemente, o un uomo e una donna o due uomini.
Che senso ha, in una società che crea intelligenze artificiali in grado di sostituire l’uomo, promuovere giornate che vedano l’accettazione di categorie speciali di esseri umani. Perché?
Ultimamente mi hanno chiesto, essendo specialista in sessuologia, quante sono le deviazioni/derivazioni della sessualità. Considerando che al mondo siamo più di 7 miliardi e mezzo, ho risposto che all’incirca quella dovrebbe essere la cifra giusta.
La sessualità è come l’impronta digitale.
Siamo tutti diversi, ognuno con le proprie paure, ansie, desideri che si riflettono anche sulla vita intima.
Siamo persone, siamo individui, siamo esseri umani e non abbiamo bisogno di etichette che ci distinguano uni dagli altri!
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