“Le donne non ci vogliono più bene” di Enrico De Boccard

Le donne non ci vogliono più bene (nuovo titolo di Donne e mitra, 1950, approvato a suo tempo dallo stesso autore) ricrea vividamente la realtà dura e angosciante che pervase l’Italia fra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945: 600 giorni di guerra civile in cui provvisorietà, incertezza e coraggiosi idealismi convivevano in modo contrastato e violento.

Sinossi

Cinque racconti descrivono, in un affresco impressionista a tinte crude, personaggi ed eventi di quei giorni catturati dalla memoria di Enrico de Boccard, che li visse in prima persona e li raccontò “a caldo” a tre anni dai fatti. I protagonisti, veri simboli dell’avventura disperata di chi si rese conto di aver scelto “la parte sbagliata”, con orgoglio, onore e buona fede seguirono la propria strada spesso pagando con la vita.

L’atmosfera tratteggiata dai racconti confluisce nel romanzo breve Fine del diario storico, storia di guerra e amore del tenente L. e della signora Rosamarì; intorno all’illusione del loro impossibile legame sentimentale, una manciata di personaggi dai singolari pseudonimi, tra cui si riconosce lo stresso autore; storie che s’intrecciano nel vorticoso tumulto del senso di sconfitta, accettata in nome di un’idea.

Note sull’autore

Il barone Enrico de Boccard (1921-1988), giornalista, scrittore, critico letterario; sottotenente della Guardia Nazionale Repubblicana nel ’43-’45 combatté in Piemonte e fu a Roma durante l’occupazione americana. Nel 1950 pubblicò Donne e mitra, fra i migliori testi della “letteratura dei vinti” qui ri-presentato con il titolo di Le donne non ci vogliono più bene, edizione critica del 1995. Nel 1955 fu autore di un gesto clamoroso, quasi una “goliardata patriottica”: asportò il “cippo di Cassibile” posto dagli Alleati a ricordo dell’armistizio del 3 settembre 1943, ch’egli considerava essere “la tomba delle speranze, dei sacrifici, della grandezza d’Italia”.

Redattore del settimanale “Lo Specchio” negli anni ’60-’70 cura la rubrica mondana “Cronache Bizantine”. Partecipa nel 1962, al film Oggi a Berlino di Piero Vivarelli.

Nel 1967 crea Telemega, prima società di servizi televisivi in Italia, che entrò in Sinai per la Guerra dei Sei giorni, realizzando il lungometraggio Cancelleremo Israele. Redattore del mensile “Playmen”, co-fondatore nel 1972 della “Video Self Service”, primo telegiornale indipendente italiano, nel 1973 dirige il mensile “Roger” e cura nel 1976 varie edizioni di romanzi salgariani.