Elogio della menzogna!

“Mi dici che vai a Fez.
Ora se dici che vai a Fez
ciò significa che non vai a Fez.
Ma io so che vai a Fez.
Perché mi menti, tu che sei amico mio?”
(Detto del Marocco)
Elogio della menzogna! “Io dico sempre quello che penso!” Questo affermano molte persone con convinzione,
non realizzando però che spesso non pensano abbastanza prima di parlare e, dando precipitosamente fiato a un pensiero, a un’emozione, accade che le conseguenze siano spesso nefaste.
Non è così scontato, gradito e educato affermare ad ogni costo la propria verità.
Una delle prime cose che impara chi fa il mestiere dello psicologo è che la verità non è mai una, sola e indiscutibile. Lo spettatore condiziona l’oggettività dei fatti. Diciamo che ognuno di noi, con il proprio vissuto, influenza la realtà osservata.

Elogio della menzogna. Un tramonto verrà vissuto e raccontato diversamente da una persona romantica; da una persona che vuole arrivare a casa prima del buio; da una persona che non vede bene con le tenebre, ecc…. per cui una determinata manifestazione è vissuta in modo unico da ciascuno di noi.

Ad esempio, agli amici che si lamentano non si possono dispensare consigli.

Non li seguirebbero, non vogliono la verità su ciò che sarebbe meglio per loro! Infatti, Cesare Pavese sosteneva che “L’arte di vivere è l’arte di saper credere alle menzogne”.

Si mente per sopravvivere, come Pietro quando rinnegò Gesù. Spesso mentiamo consapevoli sia il male minore.

Sono da condannare però le bugie di chi mistifica e promette, per soldi o potere -due facce della stessa medaglia- cose che non manterrà mai. Mentire per un tornaconto personale è esecrabile.

Le bugie “sane” sono quelle che non danneggiano nessuno ma che rendono, invece, un po’ più facile la vita.
Alda Merini ne era convinta: “Chi è a corto di bugie non può salvarsi”.
Sant’Agostino si chiedeva: “Chi mente? colui che asserisce il falso con l’intento di non ingannare o colui che dice il vero con il proposito di ingannare?”Ma in realtà chi mente, e questo sfugge ai più, crede in ciò che dice; lo fa suo.
Non si parla ovviamente del bugiardo cronico che mente per abitudine e a cui non bisogne chiedere neanche l’ora. Sono personaggi, questi, che sviliscono l’arte di alterare la verità, banalizzandola.
Sempre S. Agostino conviene che: “Se si diano menzogne che, almeno a volte, siano utili”.

Realtà diverse esigono bugie diverse. L’amica reduce da un dispiacere o vittima di un aumento di peso che chiede: “Come mi trovi” esige una bugia pietosa, accompagnata magari da un incoraggiamento a pensare un po’ a se stessa.

“La verità ti fa male”, cantava la Caselli parecchi anni fa, eh si, fa male a molti.
E’ come il parmigiano sulla pasta. C’è chi non lo usa mai, chi ogni tanto, chi non sa farne a meno.
A ciascuno il suo.
Suggerisco di adoperarla  con parsimonia e ritengo che non c’è nessuna necessità di spiattellare la realtà delle cose a chi non la vuol vedere.
Aprire gli occhi a chi li tiene ostinatamente chiusi, fa bene solo a sé stessi; fa sentire in pace per aver, apparentemente, rimesso a posto le cose, ma è un atto arbitrario.

I sinceri che si trincerano dietro la sincerità ad ogni costo, fanno a volte danni irreparabili.
Oscar Wilde affermava infatti che: “Un po’ di sincerità è pericolosa, ma molta è assolutamente fatale”.
Amiamo l’arte e tutte le varie forme di spettacolo perché  ci permettono di evadere, di sognare, di operare una fuga dalla realtà. Non a caso Pulcinella, maschera napoletana, scherzando diceva sempre la verità.Auspico, come tutti, a un mondo fatto di autenticità, dove la gente si comporti in modo retto e dove ci sia posto solo per bugie serie.
Non amo gli struzzi, noi menzogneri sappiamo benissimo infatti che aspetto, colore e sapore ha la realtà, e proprio per questo ce ne inventiamo, ogni tanto, una consolatoria e diffidiamo dei sinceri ad oltranza.

Mentre  rispettiamo e ci fidiamo di chi ammette l’importanza della menzogna.
Da questi ultimi non saremo mai traditi.

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