All’interno del Pantheon del Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, quattro lesene in marmo bianco di Carrara risalenti alla fine del XIX secolo sono state riconsegnate dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna, Tenente Colonnello Giuseppe De Gori, alla Delegata del Sindaco alla Cultura di Bologna e Città metropolitana, Elena Di Gioia.


La cerimonia si è svolta alla presenza del Direttore Regionale Musei Emilia-Romagna, Giorgio Cozzolino; del Presidente di Bologna Servizi Cimiteriali, Simone Spataro e del Referente del progetto di valorizzazione della Certosa, Museo civico del Risorgimento | Settore Musei Civici di Bologna, Roberto Martorelli.

Le quattro grandi lesene in marmo bianco, delle dimensioni di 292 x 30 x 5 cm, rubate nell’ottobre del 1992 dalla pregevole Cappella Micheli situata nella Certosa di Bologna, sono state individuate dal Nucleo TPC di Bologna nel 2010.
La complessa ed accurata attività di indagine è stata sviluppata dai Carabinieri TPC dopo aver accertato, nel corso della regolare attività di controllo e monitoraggio dei beni venduti sulle piattaforme e-commerce in Italia e all’estero, la vendita, presso una nota casa d’aste tedesca, delle quattro lesene in marmo di probabile provenienza bolognese.
Grazie ad un confronto con il database dei Carabinieri e con il catalogo fotografico digitale sulla Certosa del Comune di Bologna, è stato possibile ipotizzare la concreta possibilità che i suddetti beni culturali fossero i medesimi sottratti dalla Cappella Micheli.


A seguito della denuncia ufficiale del 2010, è stata bloccata la loro vendita ed i marmi sottoposti a sequestro preventivo. Vista la complessità del recupero dall’estero e soprattutto del doveroso accertamento che le opere provenissero per certo dal Cimitero di Bologna, nel 2018 una delegazione dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale ha raggiunto la città di Monaco di Baviera per valutare il materiale insieme alle autorità locali. In questa occasione è stata portata la prova certa della provenienza bolognese: in occasione del furto dei quattro marmi il loro distacco dalle pareti murarie aveva provocato la rottura di un piccolo angolo che i ladri dimenticarono di portare via e che quindi rimase attaccato alla parete. Grazie all’esecuzione di un calco del frammento è stato possibile verificare la perfetta adesione del frammento con la lesena danneggiata conservata a Monaco di Baviera e quindi della loro provenienza illecita dal Cimitero di Bologna.
In seguito alla chiusura della pratica da parte delle Autorità giudiziarie il 20 maggio 2022, le opere sono tornate al luogo di origine ed ora si trovano conservate in deposito controllato.
Nei prossimi mesi il Museo civico del Risorgimento del Settore Musei Civici Bologna insieme alla Commissione Artistica della Certosa e di Bologna Servizi Cimiteriali valuterà quale sia la migliore soluzione possibile per il definitivo recupero e valorizzazione dei marmi, coinvolgendo la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.



«Il rapporto tra il Comune di Bologna e il 
Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna ha una storia lunga, ricca di preziose restituzioni alle nostre istituzioni museali e bibliotecarie. – sottolinea Elena Di Gioia, Delegata del Sindaco alla Cultura di Bologna e Città metropolitana – Ogni volta è un momento di festa per il ritorno a casa delle opere d’arte e occasione per un ringraziamento alla attività del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Bologna, oggi rappresentato dal Tenente Colonnello Giuseppe De Gori. La storia della restituzione di queste importanti lesene in marmo della fine dell’Ottocento al nostro Cimitero Monumentale della Certosa è durata 12 anni, dal giorno in cui i Carabinieri TPC hanno individuato una vendita sospetta in Germania, di cui le successive indagini hanno accertato la provenienza illecita. Di fondamentale importanza è stata la collaborazione con i responsabili del nostro Museo civico del Risorgimento che curano la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale della Certosa, anche attraverso un catalogo digitale delle opere in cui apparivano quelle trafugate. Superate le difficoltà relative alle varie fasi del processo di rimpatrio dalla Germania, oggi queste lesene tornano a Bologna confermando quanto sia necessaria e complessa la difesa del nostro patrimonio culturale a cui collaborano con spirito di grande collaborazione diverse istituzioni con compiti specifici tra loro complementari».


«Abbiamo accolto molto positivamente la notizia di questo ritrovamento. 
– dichiara Simone Spataro, Presidente di Bologna Servizi Cimiteriali – Un ritrovamento importante sia per il valore storico-artistico delle lesene recuperate, sia come testimonianza dell’impegno profuso da parte dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale per il buon esito dell’operazione. La tutela delle opere d’arte e di pregio conservate in Certosa è una loro e nostra priorità. In qualità di soggetto gestore dei cimiteri cittadini, Bologna Servizi Cimiteriali è coinvolta in numerose azioni e attività per la conservazione del patrimonio storico-artistico della Certosa. In questo senso, le opere di restauro e manutenzione, come anche il programma di eventi e iniziative portati avanti grazie al Settore Musei Civici Bologna | Museo civico del Risorgimento, all’Associazione Amici della Certosa di Bologna e al Laboratorio di spolveratura, sono da considerare contributi significativi nella giusta direzione. A questi interventi si aggiungono le risorse che BSC destina ogni anno ai servizi di sorveglianza all’interno dei cimiteri di Bologna. Poiché la superficie su cui si estende la Certosa – si tratta di circa 27 ettari – rende impossibile una vigilanza capillare degli spazi, risulta particolarmente importante il supporto e l’aiuto da parte dei Carabinieri e di tutte le istituzioni, associazioni e soggetti privati interessati alla preservazione del nostro grande museo a cielo aperto».

La Cappella Micheli
Il complesso recupero delle quattro lesene consentirà nei prossimi anni di ridare integrità visiva al sacello realizzato nel 1873 per volontà di Gaetano Micheli, il quale per la sua realizzazione si rivolse alla ditta bolognese di lavorazione del marmo Davide Venturi & Figlio. Collocata nell’angolo sud-ovest del Chiostro VII della Certosa di Bologna, si compone di un sacello a pianta quadrata con ingresso ad arco sul portico. Chiuso da un cancello in ferro battuto è interamente ornato da lesene in marmo bianco sia negli angoli interni sia nell’arco di ingresso, tutte decorate a motivi decorativi naturalistici a ‘candelabra’. Le pareti interne sono rivestite in marmo bardiglio e la volta è affrescata con motivi floreali con al centro il Crisma, monogramma delle prime due lettere del nome greco di Cristo: X (Chi) e (P) Rho. La parete frontale vede la presenza di un’alta stele in marmo grigio scuro con al centro una grande lapide e nel basamento di un ritratto di profilo in bronzo di Antonio Micheli (1812-1879).

La Ditta Davide Venturi & Figlio
Nel 2009 la ditta Sandro Sacilotto, erede della ditta fondata da Davide Venturi, donò al Museo del Risorgimento il proprio archivio fotografico, comprendente album fotografici, cartoline e negativi su lastre di vetro. A seguito della donazione venne realizzata una mostra con relativo catalogo, ed ora la collezione di 514 cartoline è disponibile online sul portale Storia e Memoria di Bologna: www.storiaememoriadibologna.it/ottocento/collezioni-digitali/venturi-marmisti-cartoline/.
Le cartoline furono realizzate dalla ditta a scopo promozionale-divulgativo. Su ciascuna sono riportate informazioni circa l’oggetto raffigurato, il materiale, le dimensioni, il peso e talvolta anche indicazioni sull’architetto o l’artista esecutore. La ditta bolognese Davide Venturi & Figlio venne fondata nel 1840 e fu attiva per oltre un secolo e mezzo nella lavorazione di marmi e pietre, incarnando i canoni artistici dei vari periodi storici: dal Classicismo al Realismo della fine dell’Ottocento, fino allo Stile Liberty – Art Nouveau del secolo successivo. Grazie alla donazione del fondo si è compresa l’importanza economica ed il prestigio raggiunto nel corso del tempo, realizzando rilevanti opere non solo a Bologna, ma anche nel territorio nazionale ed all’estero, grazie anche ad una sede distaccata a Caracas, in Venezuela. Segnaliamo solo alcuni dei tanti interventi pubblici al servizio dei più celebri scultori. Italia: la sede della Cassa di Risparmio di Bologna, i pavimenti in marmo delle cattedrali di Bologna e Imola; monumenti pubblici a Ferrara (Vittorio Emanuele II e Gerolamo Savonarola), Faenza (Evangelista Torricelli), Roma (Camillo Benso conte di Cavour) e Napoli (Nicola Amore); la Cappella funeraria di Pio IX nella capitale. Nel nostro continente inviano opere in Irlanda, Spagna e Romania. Oltre oceano sono presenti in Africa (Cairo in Egitto e Sud Africa) e soprattutto in Sud America, a Rio de Janeiro e soprattutto a Caracas con marmi nel Pantheon nazionale, nella Cattedrale e nel cimitero.
Per approfondire: 
www.storiaememoriadibologna.it/la-ditta-di-marmisti-davide-venturi-figlio-480-evento.