Dal 9 al 17 novembre appuntamento con la rassegna cinematografica “Nuevas cinefilia – Paesaggi ritrovati”.
L’Instituto Cervantes di Palermo (via Argenteria Nuova, 33) riprende la collaborazione con il Festival del cinema europeo di Siviglia, presentando la rassegna cinematografica “Nuevas cinefilia – Paesaggi ritrovati”.
Dal 9 al 17 novembre sono quattro i film in programma, ad ingresso libero, che rappresentano il meglio del cinema indipendente spagnolo, quattro titoli molto diversi tra loro che faranno entrare lo spettatore in un quadro di enorme ricchezza.
Tra questi due – Karen e Gli innocenti – presuppongono una rottura edificante rispetto ai luoghi classici dell’interpretazione dei personaggi e del punto di vista di entrambi i registi.
Gli altri due invece – Pa’ trás ni pa’ tomar impulso e Zumiriki – presentano un ritratto interessante dei loro protagonisti che giocano consapevolmente a provocare i limiti del realismo e la confessione di vivere la vita come se fosse un’opera d’arte.
L’inaugurazione della rassegna è in programma per mercoledì 9 novembre alle ore 18.00 al Cinema Rouge et Noir alla presenza del regista Guillermo Benet che presenterà il film Los inocentes; alle 18.30 comincerà la proiezione e a seguire un breve dibattito con il pubblico in sala.
Sinossi: La polizia fa sgomberare un concerto in un centro sociale e un agente muore negli scontri. Una pietra gli spacca il cranio. Chi ha lanciato la pietra? Chi lo sa? Perché tutti tacciono? Questa è la storia di persone che vivono conoscendo le risposte. È la storia del loro silenzio, della loro vigliaccheria e della colpa.
Da giovedì 10, sempre alle ore 18.00, la programmazione prosegue nella Chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani con Pa’ trás ni pa’ tomar impulso (2020), di Lupe Pérez García.
L’impegno per il documentario attraversa l’intero lavoro della regista che si dichiara sempre debitrice alla ‘scuola illuminata’ di Joaquín Jordá. Fin dal suo esordio con Diario Argentino (2007), il protagonismo femminile lega le sue opere come una attenzione evidente ed esemplare.
Il lavoro con gli artisti è un’altra delle sue linee di lettura, come è successo con la violinista Gala Pérez nella sua peculiare revisione del mito di Antigone e con la ballerina di flamenco Carmen Mesa, di cui parla questo film, che fonde le Ande e il flamenco.
Sinossi: Un viaggio che mostra la forza e la passione di Carmen, una coraggiosa andalusa che, come altre donne, emigra e insegue un sogno. Con la sua arte del flamenco, calpesterà le strade polverose delle Ande, le comunità di Qom o la cuadricula di Buenos Aires, tutti luoghi dove vivrà con le sue famiglie dell’anima.
Mercoledì 16, ore 18.00, è in programma Zumiriki (2020) di Oskar Alegría.
La carriera del regista è definita da un’incessante messa in discussione delle pieghe della realtà. I suoi film ci vengono proposti come domande che nascono dall’io più riflessivo e sperimentale e ci svelano, sia nel passato, come La casa de Emak Bakia (2012) o Hotza (2018), sia nel futuro, come in Zumiriki, l’enorme complessità che riguarda ciò che può essere considerato solenne, sacro o atavico, ma anche la tenerezza o l’umorismo che si cela dietro il banale.
Sinossi: Il regista costruisce una capanna di legno su una sponda isolata del fiume vicino all’isola dove giocava durante la sua infanzia, ora allagata dalla costruzione di una diga che ha lasciato la terra invisibile. Gli alberi dell’isola, tuttavia, sono ancora in piedi, come pali di giocattoli rotti in mezzo all’acqua. L’aria tra i tronchi sarà l’unico spazio possibile per rivivere il passato.
A chiudere la rassegna, giovedì 17 novembre dalle ore 18.00, Karen (2020) di María Pérez Sanz.
L’Africa come territorio sconosciuto, come luogo di ricerca, come spazio definito per l’alterità è presente nel primo lungometraggio della regista che ha seguito diverse istanze dell’industria audiovisiva per approfondire l’esperienza artistica. Il suo approccio alla scrittrice danese Karen Blixen offre un ritratto sottile e sfumato, grazie all’attrice e cantante Christina Rosenvinge.
Sinossi: Questo film è un ritratto intimo degli ultimi tempi in Kenya dell’autrice di Memorias de Africa e, soprattutto, del particolare rapporto che ha avuto con la sua aiutante somala Farah Aden: una strana amicizia in cui le differenze che sembrano insormontabili si stemperano in un’antica comprensione.
L’ingresso a tutte le proiezioni è libero, fino ad esaurimento posti; tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli in italiano.