All’asta la collezione d’arte Allen

di Riccardo Bramante 

Anche in un momento di crisi economica come l’attuale il mondo dell’arte sembra non risentirne troppo e si pone, anzi, come una valida alternativa di investimento e conservazione dei patrimoni.

Ne è un esempio la recente asta tenuta da Christie’s a New York dove sono state poste in vendita numerose opere d’arte del periodo impressionista e moderno appartenute a Paul Allen, uno dei fondatori di Microsoft.

L’asta ha avuto un pieno successo, essendosi realizzato il 100% di venduto per una somma complessiva di 1,5 miliardi di dollari.

Ovviamente la parte del leone la hanno fatta i collezionisti del continente americano, ma anche il Medio Oriente e l’Europa hanno fatto sentire la loro voce.

Il prezzo più alto

L’opera aggiudicata al prezzo più alto è stata “Les Poseuses, Ensemble”, opera del 1888 di Georges Seurat, che ha toccato la somma di 149,2 milioni di dollari, un record per l’artista francese. L’olio rappresenta su scala ridotta, ma comunque originale, il dipinto esposto alla Barnes Foundation di Philadelphia ed è un valido esempio della tecnica puntinistica di cui Seurat è stato il maggior esponente.

Anche “La montagne Saint-Victoire” di Paul Cezanne ha avuto un notevole apprezzamento, arrivando fino a oltre 137 milioni di dollari.

Superati i 100 milioni anche da una maternità di ambiente polinesiano di Paul Gauguin e da un ritratto dalle raffinate cromie proprie di Gustav Klimt.

Stando almeno ai risultati dell’asta in questione, sembra che il mercato del moderno e del contemporaneo sia oggi più richiesto rispetto al classico.

Infatti, fra gli “old masters”, il tondo della “Madonna del Magnificat” di Sandro Botticelli è stata aggiudicata per “solo” 48,48 milioni e cinque tavole di Jan Brueghel il giovane, raffiguranti i cinque sensi, sono passate di mano per 8,63 milioni, cifra superiore, comunque, ai 5-6 milioni della stima.

Evidenti le considerazioni che se ne possono trarre. Certamente l’investimento nell’arte è fattibile solo da parte di pochi facoltosi collezionisti o da Fondi di investimento ma anche la recente asta ha confermato, da una parte, l’enorme liquidità disponibile sui mercati mondiali e, dall’altra, come l’arte continui ad essere percepita come una occasione di diversificazione degli investimenti.