Quando cinema e realtà si fondono

di Riccardo Bramante 

In occasione della recente cattura del boss mafioso Matteo Messina Denaro e delle conseguenti indagini e perquisizioni è emerso che in una delle stanze del covo campeggiava su una parete il poster di don Vito Corleone, l’indimenticato “Padrino” del film interpretato nel 1972 da Marlon Brando.

Né questa è una eccezione, visto che già in altre occasioni nel passato sono state trovate immagini di “miti” criminali del cinema in abitazioni di atri mafiosi e narcotrafficanti.

Sembra quasi che gli attuali mafiosi abbiano preso a modello quello che è stato, appunto, il Padrino per antonomasia, per una sorta di grottesca imitazione dell’originale.

Sorge, allora, spontanea la domanda: è il cinema che ha preso a modello la realtà o è la realtà che si modella su icone criminali rappresentate nel cinema? E quanto influisce su mafiosi e potenziali criminali in genere vedere al cinema o in tv storie di personaggi della malavita organizzata presentati talvolta anche in situazioni ed atteggiamenti tali da poterne suscitare l’imitazione?

Per costruirsi una propria identità facilmente riconoscibile spesso i mafiosi tendono a comportarsi come i gangster che vediamo sugli schermi. In questo modo, le pellicole possono divenire, sia pure in modo involontario, una sorta di macchina pubblicitaria per loro e per le loro gesta.

E questo di Matteo Messina Denaro è solo l’ultimo esempio della proiezione nella realtà di personaggi cinematografici che rappresentano una sorta di simbolo del male.

Possiamo ricordare, in proposito, anche la storia di quel camorrista arrestato qualche anno fa a Boscoreale, vicino Napoli, che conservava nella sua abitazione il busto di Tony Montana, il gangster americano “Scarface” immortalato in un film di Brian De Palma. O, addirittura, la volontà del “Chapo” Guzman di far realizzare un film sulla sua vita dagli attori di Hollywood Sean Penn e Kate del Castillo.

Non ci dobbiamo meravigliare, perciò, se anche un boss come Matteo Messina Denaro sia diventato un ammiratore di don Vito Corleone, il Padrino per eccellenza.

Ci dovremmo, invece, chiedere, da un punto di vista generale, quanto la visione di film e produzioni televisive aventi ad oggetto il crimine e suoi derivati possano influire soprattutto sulle nuove generazioni e sui loro conseguenti comportamenti.