Un tempo distopico questo, dentro cui siamo tutto e il contrario di tutto e per dimostrarlo basta un buon “Titolista” attivissimo sui social per gestir bene la verità a suon di slogan e fotografie. Siamo tutti capaci di curarci dal male dell’ignoranza… o come disse Karl Kraus con il suo noto aforisma: “Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l’aspetto di giganti”. Torniamo ai tempi della Ligera (chissà quanti la ricordano), delle locande e della canzoni politicamente scorrette, torniamoci ma con un suono moderno, misurato, ottimamente miscelato tanto da far bene i compiti anche nell’essere cantautore tout court. Luca Maciacchini, attore, musicista, cantautore, scrittore e saggista (una biografia di lunghissimo corso che vi invitiamo ad approfondire). pubblica per la RadiciMusic Records il suo nuovo disco: “La farmacia potrebbe anche non esserci”. Canzoni di protesta o forse meglio di critica sociale, canzoni che sbeffeggiano con la teatralità ironica di chi dice senza dire, di chi affonda il coltello ma con l’anestesia di un sorriso.

«Spesso vengo considerato un cantautore “dialettale”, ma la trovo un’etichetta limitante , anche perché il dialetto ti preclude una buona fetta di pubblico». Luca Maciacchini

Eccolo il singolo in rete, tanto per dimostrare a fatti quanta romantica follia e intelligente cura di se viene richiesta per non mandarla a dire in faccia ad un sistema sghembo in molte delle sue parti. “Carta Cambia” ormai… non canta più se non i ritornelli imposti del consumo di massa.

«Per il video ho lasciato carta bianca ai videomaker, ritengo che le idee di chi guarda dall’esterno siano “complementari” e quindi giustamente più arricchenti per il brano». Luca Maciacchini

Un disco denso di sfumature per niente popolaresche, popolari si ma lontane dalle soluzioni di facili “consumo” ecco.. si abbisogna di confronto, di misurazione, di ben due fasi dell’intelligenza: quella che ci fa andare oltre l’estetica e quella che ci fa capire che “comunque ci sentiamo assolti, saremo pur sempre coinvolti” – lasciatemi citare il buon Faber visto che Luca Maciacchini, tra le tantissime cose che custodisce nella sua carriera, è stato il prezioso saggio sul cantautore genovese scritto a quattro mani con Matteo Borsani, dal titolo “ANIMA SALVA – Le canzoni di Fabrizio De Andrè” (Tre Lune Edizioni, 1999). Insomma: sedetevi e non fate i dottori su tutto. Ah, ecco la terza dose di intelligenza che ci viene richiesta: l’umiltà di ascolto.