“Sogno americano” è l’album d’esordio di Turiddu, fuori su tutte le piattaforme a partire da oggi, venerdì 27 luglio (Sud in Sound). Il disco nasce da una storia autobiografica. In questo progetto Turiddu racconta attraverso le sue canzoni tutte le emozioni e le sofferenze vissute dalla sua famiglia, costretta ad emigrare dalla Sicilia verso l’America, l’Argentina e la Germania consentendo ai figli una possibilità di vita migliore. L’album è composto da cover e inediti. Le cover scelte da Turiddu sono: “Nisida” di Aniello Misto, “Guaglione”, “Tu vuo’ fa l’americano” e “‘O Sarracino” di Carosone e “Brucia la Terra” di Andrea Bocelli, tratto dalla colonna sonora del film “Il padrino”.
“Tindari”, “Se Pensu a Tia”, “A terra mia”, “Tra Macerie e Catacombe”, “Te ne vaje”, “Ciel ‘e Speranza” e “Spero” sono i brani inediti scritti da Turiddu in collaborazione con Antonio e Alfonso Petrellese ed Aniello Misto.

Come nasce questo progetto?
Se questo Album ha preso vita, lo devo alle idee geniali ed alla sapiente professionalità dei Maestri Aniello Misto e Gennaro Franco. Aniello Misto è per me un vero e proprio mentore, colui che attraverso gli anni mi ha preso per mano e con amore paterno ma con la grinta di un vero Artista mi ha guidato , ed accompagnato passo dopo passo per far sì che Sogno Americano nascesse. Nutro per Gennaro Franco, una forte stima, rispetto ed una profonda amicizia, sentimenti che si sono sempre più consolidati nel Tempo. Loro due, anche se diversi per carattere e personalità insieme formano un corpo e un’anima di questo team imbattibile che è la Sud in Sound.

Come mai hai scelto proprio quelle cover? Hanno un significato particolare per te?
Quelle cover mi ricordano la mia infanzia, poiché mio padre da piccolo mi faceva ascoltare non solo le canzoni di Renato Carosone ma tutti i classici napoletani. Sono molto legato a quei brani e le ho sempre cantate nelle mie serate.

Questo primo album racconta un po’ la tua storia, le tue origini, cosa rappresenta per te in particolar modo?
Questo album racconta la mia storia ed è molto importante per me che arrivi il messaggio di un ragazzo cresciuto all’estero che nonostante si sia adattato ad un a nuova cultura non ha perso la propria identità e l’amore per la sua terra e le sue origini.

Perché hai scelto come nome d’arte quello di Turiddu?
Il nome d’arte è nato in un pomeriggio alla Sud in Sound. Mentre pensavamo al progetto e alla struttura del personaggio, il maestro Misto mi guardò e disse: “tu di devi chiamare Turiddu, lo zio d’America”. Ed è così che è nato il mio nome d’arte.

L’incontro con la Sud in Sound, più precisamente con Aniello Misto e Gennaro Franco è stato molto significativo e importante per la tua crescita artistica?
L’incontro con loro è prima ancora che nascesse là Sud in Sound. Per me il loro incontro è molto significativo, grazie a loro ho perfezionato le tecniche di canto ed ho avuto una preparazione professionale. Non finirò mai di ringraziarli.