Non so se pensarlo grunge o punk… non so se poi ripensarlo rock o semplicemente pop-rock. E di etichette si ha sempre bisogno per trovare un orientamento. Ma poi alla fine è davvero così? Oppure è proprio quello che sembra, e cioè che Silvio Nunziata, ovvero Sly, con i suoi Stubborn ha lasciato andare il flusso del suono senza crearsi il minimo dubbio e bisogno di appartenenza e di regola?

Il flusso di questo disco dal titolo “Nudo” è così: libero e incondizionato. Suona rock ovviamente, ha ostinati come quelli che marchiano a fuoco “Continua a correre”, brano che apre il disco, è pulito nel suono di basso e asciutto nelle strofe di “Lacera” che sembra di tornare ai tempi dei Timoria, è sospeso nei preziosi ricami di Tom quasi fossimo dentro le domeniche di cemento industriale di periferia degli Afterhours quando suono “Sterile”… e così avanti, nel blues di “Lacera ancora” fino dentro le tonalità dark del suono quasi new-wave della chiusa affidata a “Arrivi tu”.

Con Sly c’è Enzo Rivelli (batteria), Omar Zulle (chitarre) e Giovanni lucia (basso)… “Nudo” suona bene, suona semplice, suona pulito, non ha maschere e ridondanze, ha forse una voce troppo cruda, poco in cerca di finezze estetiche di melodie radiofoniche, troppo libera e “nuda” per poterla confinare nelle abitudini comode e rassicuranti. Come lo troviamo questo disco? Ci toccherà indossare una maglietta con tanto di QR-Code stampato sulla schiena (ho capito bene)… intanto giriamo in rete e facciamoci una doccia di sano rock italiano anni ’90, anche se siamo nel futuro digitale di oggi.