Sclaice

Sclaice era già tornato qualche mese fa con Il Prezzo Del Biglietto, una critica amara all’industria discografica e ai sacrifici che gli artisti devono fare per seguire i propri sogni.

Oggi propone invece il singolo Déjà-Vu sempre al fianco di Trumen Records. Il brano, disponibile nei maggiori store digitali, è accompagnato da un video girato da Amedeo Nicodemo con la supervisione e la direzione artistica di Federico Mannato, ormai divenuto una figura cardine per Sclaice.

Déjà-Vu si riferisce a un ricordo o un flashback di quell’attimo descritto nella canzone. Il brano parla dell’errata esperienza di aver già vissuto un momento o un frammento particolare della propria vita.

Il tema del singolo è riferito ad una storia d’amore a distanza, raccontata dal punto di vista di chi prova nostalgia per il tempo passato insieme al partner. Déjà-Vu è un pezzo Hip Hop/Rap classico, dal sapore Jazz Rap nostalgico e da una fusione Lofi Hip Hop con il ritmo del Boom Bap, ormai divenuto un marchio di fabbrica nella discografia di Sclaice.

Nel brano sono presenti una tipologia di suoni che richiamano fedelmente lo stile tradizionale Hip Hop, in primis il piano classico, derivato dal sample di “Io Sono Il Vento” di Marino Marini del 1955, lo scratch stesso della sua voce, accompagnato dalla base composta da chitarra elettrica dall’effetto wah, tromba muta, sassofono, pads, contrabbasso, batteria tradizionale, dal ritmo serrato dell’MPC e dal groove di sottofondo del vinile.

Il singolo Déjà-Vu è accompagnato dalla voce del rapper e cantautore D-Doc, che propone un perfetto compromesso tra trasgressione e romanticismo grazie a un timbro profondo ed elegante che si fonde nell’intero brano.

Sclaice spiega: “Il video ritrae immagini grafiche che siglano con il testo del brano, la location è un ritratto di una Milano vuota, nel periodo estivo, dove il protagonista è un uomo chiuso in una stanza, che tra la confusione trova una foto dentro una vecchia scatola, guardandola viene travolto da un déjà-vu, che rispecchia un ricordo spensierato passato in un luogo del Sud Italia, probabilmente in un paesino della profonda Sicilia, con l’amata donna, nonché sua musa ispiratrice.