Giuseppe Cangiano presenta il romanzo che ha conquistato importanti premi letterari. Un’opera intensa che scava in profondità nell’ultima giornata di vita di Ilario Gremas, tra passioni bruciate e un amore infranto. Dopo il lancio, la nostra intervista esclusiva per entrare nel cuore della storia.

Un caro saluto a te, Giuseppe. Come mai hai deciso di ambientare il romanzo “Anagogia Di Un Esteta” a San Scibile? Lo squallore della città è contrapposto agli eccessi della vita di Ilario Gremas?

San Scibile, nel concetto è un contrasto netto fra religione e scienza (una contraddizione sublime). Gremas è al centro di una città che, come la società odierna, è in un processo di inesorabile caduta ideologica. “Anagogia di un esteta” non è solo Gremas, ma è anche un’analisi sull’individuo che non interagisce più con lo spazio che lo circonda.

Hai scelto appositamente il nome di “Ilario Gremas”?

Ilario Gremas è un personaggio che esiste, nella letteratura i nomi non sono mai di fantasia. I nomi hanno una storia…

Com’è nata la sua passione per la scrittura?

Dal Cinema, sono un recensore cinematografico, iniziai a studiare il Cinema all’età di 14 anni,

Cosa ti affascina del mondo del poker e del betting? Ci sono luci ed ombre, come in ogni cosa?

Le luci e le ombre sono disseminate ovunque. Ovviamente in orbite “pericolose” come il gioco i rischi del mestiere aumentano, ma in tal caso, la mia freddezza e lucidità, sono sempre stati i motivi che mi hanno permesso di essere nel ruolo di gambler come vero professionista del settore.