Con “LA LUNA (Eppure son fermo)”, Jonio guida gli ascoltatori in un intimo viaggio introspettivo. Il brano esplora identità e vulnerabilità, attraverso una narrazione poetica e arrangiamenti raffinati. La luna diventa simbolo di speranza e trasformazione, in equilibrio tra immobilità e desiderio di cambiamento.
Jonio, è un piacere averi qui. “LA LUNA (Eppure son fermo)” è un brano nato da una lunga riflessione o da un lampo di genio?
Mi sento di dire che questo brano è il risultato di entrambi. Inizialmente l’ho scritto di getto, come una sorta di lettera rivolta ad una persona che avrei voluto al mio fianco. Tuttavia, dare forma alla canzone nella sua forma finale ha comportato tanto lavoro di perfezionamento nel testo e nella melodia. Il ritornello, infatti, era completamente diverso e la sezione finale con la modulazione armonica era assente.
Se dovessi descrivere il singolo con tre parole, quali sarebbero?
Direi Introspettivo, Malinconico ed Evocativo.
Credi che la musica sia uno dei mezzi più efficaci per far breccia nel cuore delle persone? Se sì, perché?
Sì, credo fermamente che la musica sia uno dei mezzi più efficaci per raggiungere il cuore delle persone. La musica trascende le barriere linguistiche, attingendo direttamente alle nostre emozioni e ai nostri ricordi. Ogni canzone nasce con una determinata intenzione, ma ogni ascoltatore la percepirà in modo diverso, in base alle proprie esperienze e al proprio vissuto. Questo rende la musica uno strumento di comunicazione unico e potente, in grado di creare connessioni profonde e durature.
La notte è il tuo momento preferito della giornata? Quando ti senti più produttivo?
Sono convinto che la notte sia il momento più produttivo per riflettere e dare spazio alla creatività. La quiete che trasmette permette alle ansie e ai dubbi della giornata di affiorare. E questo spazio introspettivo è cruciale. Spesso mi ritrovo a scrivere testi o idee melodiche a tarda notte. L’oscurità agisce come una sorta di filtro, silenziando le distrazioni del giorno e permettendo al subconscio di parlare più liberamente. Trovo tutto questo molto terapeutico, un rituale di scoperta di sé, che mi porta a esplorare e comprendere il mio paesaggio emotivo.