Riprendiamo la tradizione dei canti antichi che ci sono stati tramandati dal nostro sud. Rispettiamone il DNA, la voce di mille strumenti di quel tempo, di quei costumi… rispettiamone però anche il futuro e vestiamo il tutto, se possibile, di una elettronica raffinata. Il mix è presto fatto: “Polaris” è l’esordio del progetto dei Folkatomik, ovvero Franco Montanaro, Oreste Forestieri e Valeria Quarta a cui si aggiunge il chitarrista e producer di musica elettronica Li Bassi. Importanti percorsi culturali, di grandissimo spessore, di tempo e di contaminazione. E poi il fascino di tamburi a cornice, tamburelli, percussioni arabe, latine e africane, chitarre portoghesi, très cubano, charango, bouzouki greco e mandolino. Flauti arabi, turchi, irlandesi e andini, friscaletti siciliani e flauti armonici, marranzani e percussioni minori. Proviamo ad immergerci dentro…
Se dovessimo dare delle coordinate a questo disco, che parte d’Italia e che tempo del passato dovremmo citare?
Diciamo più semplicemente che nasce a Torino nel presente ma ha robuste radici nel Sud Italia del secolo scorso.
Penso che certi dischi debbano meritare dei premi per il lavoro sulla conservazione della cultura e delle tradizioni. Secondo voi avete svolto un lavoro in tal senso?
Non pensiamo di aver svolto un lavoro in tal senso, non è una registrazione etnomusicologica…quelle meriterebbero i premi per il “lavoro sulla conservazione della cultura e delle tradizioni”. Noi non ci occupiamo di fissare e conservare, ma piuttosto della sopravvivenza in ambienti ostili di certe biodiversità se proprio vogliamo metterla in questi termini. Abbiamo solo dato una nostra lettura della tradizione del Sud Italia e l’abbiamo fatto nel 2020 a Torino.
E di inedito, di personale e di nuovo… a parte gli arrangiamenti, cosa avete inserito?
Polaris, il brano che dà il nome al disco, è il nostro primo inedito.
La ricerca dei brani da eseguire come si è svolta? In questo senso il disco segue una logica?
Nessun messaggio nascosto o subliminale nella scaletta o nella scelta dei brani… Nemmeno se si leggono al contrario… Abbiamo messo quelli che più ci rappresentavano in termini di ricordi ed esperienze, quelli ai quali eravamo più affezionati.
Prossimi passi: un nuovo singolo, un tour… un nuovo disco… cosa?
In ordine ci dovrebbe essere: disco/tour, tour/disco, disco/tour, tour/disco in un loop infinito. Ma cercando di essere più pragmatici e realistici, diciamo che stiamo lavorando a un nuovo EP e che forse (incrociando le dita) uscirà in primavera. Nel mezzo continuerà l’attività live e di promozione del nostro primo lavoro.
Insomma, gambe in spalla e pedalare!