Con la seconda stagione di “Diversa Tour”, Gea offre un viaggio musicale che rompe barriere e stereotipi. Un sound che mescola pop-folk, country e influenze orientali, regalando emozioni autentiche. Un’esperienza trasformativa che invita il pubblico a riflettere e condividere la forza della musica.

 

Un caro saluto a te, Gea. Il “Diversa Tour” è un modo per farti conoscere realmente dagli ascoltatori? Vorresti instaurare una sorta di rapporto alla pari? Quanto duro lavoro c’è dietro ad un tour?

Ciao a tutti! Sì, il “Diversa Tour” è sicuramente un modo per farmi conoscere più intimamente, per abbattere quella distanza che spesso esiste tra l’artista e l’ascoltatore. Non voglio essere un’entità distante, ma una compagna di viaggio, qualcuno che condivide, sogna e riflette insieme al pubblico. Ogni concerto diventa uno spazio comune dove le emozioni si intrecciano, dove si rompe ogni barriera e si parla la stessa lingua: quella della musica libera. Per me è fondamentale instaurare una relazione autentica, dove non ci sono differenze, solo una connessione umana profonda.

Per quanto riguarda l’organizzazione del tour, dietro esso c’è davvero tanto lavoro: ore di preparazione, prove, idee da concretizzare. Ogni dettaglio, dalla scenografia alle luci, dalla musica alla presenza scenica, dagli abiti che devono risuonare visivamente con i suoni, insomma, tutto deve allinearsi a quella che è la visione di libertà e cambiamento che voglio trasmettere. E poi c’è l’aspetto umano: la cura di ogni singola persona che fa parte di questo viaggio, il modo in cui il mio team in continuo mutamento mi sostiene. È una fatica che vale ogni momento, perché ogni volta che salgo sul palco sento che stiamo facendo qualcosa di rivoluzionario, qualcosa che va oltre il semplice spettacolo.

Quali sonorità vorrai proporre? Ci saranno delle novità?

Per quanto riguarda il sound, voglio che sia un’esplosione di sonorità che portano in sé la complessità dei mondi che mi abitano. Pop-folk, indie, country, influenze orientali, sfumature melodiche francesi… ognuna di queste sonorità racconta una parte di me, ma anche di tutti noi. Il “Diversa Tour” è un viaggio che si evolve, una danza in cui ogni nota è una scoperta, e sì, ci saranno delle novità, perché la musica è un continuo mutamento, proprio come l’essere umano.

Vorresti ringraziare delle persone in particolare?

Ci sono tantissime persone che vorrei ringraziare, perché senza di loro questo viaggio non sarebbe mai stato possibile. Dal Premio Apulia Voice , all’organizzazione di Orfeo srl a Cosimo Taurino per quanto concerne questo viaggio, ma anche Giulia Iaquinta, grafica e illustratrice che mi accompagna ogni giorno da tanti anni in questo meraviglioso sogno, curando ogni aspetto visivo e dando spazio alla creatività. Ci tengo a ringraziare anche Gaia

 

Velli, che ha creato mondi attraverso la sua fotografia, Roberto Salerno, scenografo e anima sensibile che ha costruito la Luna, Martino Castellana, il fotografo che racconta con la sua macchina ogni sfumatura del nostro tempo, Giulia Fricelli che ha trasformato la mia musica in gioielli attraverso la sua arte. Poi ci sono tutti i miei amici, e la mia famiglia, che con il loro spirito rivoluzionario, il loro amore ed i grandi sacrifici mi hanno sempre accompagnata, aiutata e supportata con anima e corpo in questo periodo molto alto in ambito di stress. A loro va tutta la mia gratitudine, e a chiunque senta che questa musica è anche sua.