Con melodie fresche e accattivanti, “Vento” chiude l’album omonimo portando un messaggio chiaro: smettere di aspettare e diventare il cambiamento. Maitea ci racconta l’ispirazione dietro questo singolo e l’evoluzione della sua musica.
Ciao, Maitea. Da dove nasce l’ispirazione per il tuo singolo “Vento”?
È nata da un’esigenza che sentivo in me, di smettere di procrastinare e aspettare che le cose accadessero e di iniziare a fare io in modo che potessero accadere. È un sentimento che credo accomuni molte persone. Spesso veniamo un po’ sopraffatti dagli eventi e “molliamo il volante”, perdendoci invece dietro a cose più superficiali che ci appesantiscono, ci bloccano e ci fanno perdere il focus sulle cose veramente importanti.
Le sonorità del brano lasciano trasparire il gusto per l’indie e il funky. Cosa ti affascina di questi generi?
Le mie influenze musicali sono varie, anche perché vado un po’ a periodi. Ho sempre seguito con interesse la scena indie italiana – anche se ora è difficile definire cosa è indie o meno – perché la vedo come un ritorno al cantautorato di una volta, declinato ovviamente a sonorità più moderne per risultare accattivante ai giovani. Le chitarrine di giusto funky mi sono venute probabilmente dal fatto che con i miei primi gruppi, ai tempi del liceo, facevo funky e soul; quindi, sono generi che in qualche misura mi sono rimasti nel cuore e che, anche se magari meno rispetto ad altri, ascolto tuttora.
Vorresti trasmettere un messaggio particolare ai tuoi ascoltatori?
Il testo di “Vento” è un invito a smettere di aspettare che le cose succedano e a prendere in mano le redini della nostra vita; a non aspettare che il vento giri dalla nostra parte, ma ad essere noi stessi vento.
Secondo te, quali sono gli ostacoli che impediscono all’uomo di diventare “vento”?
Spesso veniamo sopraffatti dalle pressioni degli altri, dalle vite perfette che vediamo sui social, dalla società che ci mette fretta e che paradossalmente così facendo ci blocca, perché ci pone modelli che, se non riusciamo a raggiungere ci fanno sentire sbagliati. I social in particolare, e lo dico perché purtroppo a volte cado anch’io in questa “trappola”, puntano spesso l’attenzione su cose superficiali e le ingrandiscono facendole sembrare fondamentali per stare al mondo come si deve. Dedicando troppa attenzione a queste cose ovviamente ci appesantiamo e finiamo per perdere di vista ciò che è veramente importante.