Non solo l’omaggio a Secondo Casadei con un brano come “Il mio nome è Aurelio” ma anche tanta classicità mista a pop restituita alle abitudini di ascolto quotidiane. C’è tanto dentro la carriera artistica di Michele Fenati ma oggi ci fermiamo a parlare di un disco come “Dall’altra parte del mare” che tra l’altro si presenta anche in una confezione assai anacronistica: una VHS con dentro il disco in digitale. Come? beh è solo da scoprire… intanto indaghiamo come nostro solito partendo proprio dal grande omaggio al Re del Liscio.

Partiamo dal grande Secondo Casadei: ti conosciamo così. Come nasce “Il mio nome è Aurelio”? Ma soprattutto come nasce il bisogno di un omaggio…?
“Il mio nome è Aurelio” ha dato il via al progetto. Mi sono accorto, nella mia quotidianità, di quanta Romagna avessi dentro di me, nel modo di parlare, nel dialetto, nell’arte contadina, in quelle piccole cose difficili da descrivere. Secondo Casadei, con la sua “Romagna mia” rappresenta proprio questa genuinità, un pò antica, fatta di cose semplici e banali che sono il sale della vita.

Il classico che arriva al popolo e poi anche il contrario in qualche modo. Questa dimensione pop d’autore come te la senti addosso?
Mi piace molto e mi fa piacere che tu abbia colto il punto. È un album che raccoglie vari momenti della mia carriera ma con un filo conduttore fatto di parole e di note. Insieme a Fabrizio Tarroni, abbiamo cercato di dare il senso del calore intimo quotidiano e della semplicità, parola ormai in disuso, costruendo nota dopo nota, il nostro disco

Un titolo emblematiche che sulle prime richiama da una parte il grande disco di Gianmaria Testa e dall’altra il dramma dell’immigrazione clandestina. In merito a tutto questo come ti poni? Esiste un legame?
Nessun legame. Dall’altra parte del mare è un brano totalmente autobiografico. Racconto la mia vita di bambino sognatore, pieno di paure ma anche di speranze che per quel poco che è riuscito a fare o per quel che è, deve ringraziare una persona in particolare… “e un giorno sarò io a insegnarti a camminare, quando ci riincontreremo, dall’altra parte del mare”. Ho conosciuto Gianmaria Testa 15 anni fa in Austria, dove era già un mito e riempiva teatri e palazzetti. In Italia, ancora oggi, molti ignorano l’esistenza di un artista di questo spessore. Servirebbe una riflessione su che direzione abbiamo dato alla cultura, alla musica, al senso critico in Italia.

Parliamo di stampa fisica perché questo disco è anche in vinile ma non solo… si torna alla VHS o sbaglio?
Non proprio VHS, ma VH-CH, un mix tra storia e innovazione. Ho creato il progetto di “Musica circolare” raccogliendo le vecchie custodie VHS, quasi impossibili da riciclare, per riinserirle nel circolo virtuoso dell’economia. Un contenitore a metà tra l’analogico e il digitale. Contiene il libretto con i testi, i crediti, una carta concerto, un plettro…ma anche una chiavetta usb con i brani in mp3, video ufficiali, recensioni, progetti… e tutti i link alle piattaforme digitali. Sono veramente felice perché il pubblico ha apprezzato l’idea e la prima stampa è esaurita in pochi giorni. A breve uscirà anche il vinile e il Cd.