Roma città capitale dal look da rifare, tra buche, immondizia e viabilità…., sceglie di cambiare il nome alle stazioni metro.
di Ester Campese
Roma da diversi anni è oramai tristemente nota nel mondo non solo per la sua decadente bellezza, ma per le buche disseminate in tutta la città e per i “buchi di bilancio”, mai veramente sanati pur passando da giunta a giunta. Roma infatti attraverso i suoi cittadini paga un tributo in termini economici tra i più altri e senza nemmeno godere dei servizi. Anche la Giunta Gualtieri, oramai non più “neo” sta affrontando il problema, ma non ci sembra con interventi davvero decisivi. Il risultato è che tra buche, immondizia, viabilità etc, si dà una cartina di tornasole di Roma, nel mondo, davvero indecorosa per essere “gentili”.
“Remise in forme” con cambio nome metro
In questa situazione davvero critica fa specie apprendere che per la “remise in forme” alcuni esponenti politici del pd decidano di lanciare un sondaggio social per modificare il nome di alcune stazioni metro. Sì, accade anche questo. Parliamo in particolare della stazione metro EUR Magliana che funge anche da snodo ferroviario con il trenino per Ostia Lido. Magliana evidentemente evoca “ricordi” non edificanti…la banda e altri misfatti. Eppure in questa stessa fermata vi è spazio anche per l’arte dato che vi sono diversi mosaici di Tamás Lossonczy e Antonio Passa.
Quindi ci sembra che piuttosto che affrontare le problematiche di viabilità, in questo caso si sia optato per un puro restauro di “facciata” semplicemente cambiando il nome evocando quello del Palazzo della Civiltà Italiana e dunque rinominando la fermata con Colosseo Quadrato. E’ questo infatti il nome con cui i romani chiamano l’edificio in questione. Lo stesso che è stato restituito in parte ai cittadini tramite la Maison Fendi che ha reso disponibile a piano terra uno spazio espositivo. Gironzolando sul web è poi facile scoprire che l’iniziativa di cambio nome delle fermate metro riguarda anche altre stazioni. Non aggiungiamo altro.
Le buche
Torniamo invece ai problemi seri che interessano i cittadini dato che impattano concretamente il loro quotidiano.
Per le buche qualcosina si muove, ma si ricorre ancora troppo spesso ai “rattoppi” senza trovare delle vere e stabili soluzioni. Allora ci siamo incuriositi a osservare quelle città considerate “best in class”. Veniamo a conoscenza che una virtuosa giunta nordica ha fatto una scelta green ed economica riasfaltando le proprie vie utilizzando la gomma riciclata mischiata al bitume. La tecnologia in questo ci viene in aiuto, si stanno infatti già da tempo realizzando asfalti che aggiungono polveri di gomma riciclata. Questa polvere è ricavata da pneumatici ormai non più utilizzabili nel loro uso originario.
In tal modo si migliorano le prestazioni di viabilità, si fa del bene all’ambiente, guarda caso si abbatte anche l’impatto sonoro (non trascurabile in una metropoli come Roma) e si introduce un maggior grado si sicurezza grazie all’elasticità del manto stradale così trattato. Si contengono dunque crepe e deformazioni stradali, si diminuisce drasticamente il generarsi di odiose buche “rattoppate” con cementizi, si garantisce maggiore sicurezza per auto, moto e pedoni.
L’immondizia
Non da ultimo siamo sensibili al tema dell’immondizia la cui raccolta oramai avviene a “macchia di leopardo” e giorni alterni non meglio precisati, dato che il calendario “salta” spesso. Ciò genera quelle distorsioni sotto gli occhi di tutti come l’invasione di animali selvatici in caccia di cibo. E questo avviene sempre più vicino all’uomo. Non parliamo solo del caso dei cinghiali, siamo infatti invasi da topi, gabbiani sempre più aggressivi e anche da cani selvatici e randagi.
Tutto questo è inevitabile che prima o poi si riversi sulla salute e l’igiene pubblica. Per cui andare verso la scelta di un termo valorizzatore, anche se a qualcuno può far arricciare il naso, è cosa sacrosanta. Fra l’altro ci evita di pagare due volte l’immondizia. La inoltriamo infatti all’estero (pagando) per lo smaltimento, i cui residui tossici ci vengono restituiti pagando una seconda volta. E’ dunque ora di comprendere che l’immondizia, se ben organizzata, può essere una risorsa anche energetica non trascurabile, considerando tra l’altro le scelte che il periodo bellico ci sta obbligando a prendere velocemente.