Vitorchiano (Viterbo)

Gli italiani: un popolo di poeti, di Santi e di navigatori. Soprattutto di poeti. Al primo concorso di poesia “Versi in rosa”, indetto dal Comune di Vitorchiano, con la collaborazione dell’insegnante poetessa Anna Maria Stefanini, hanno partecipato circa 70 poesie, nelle diverse categorie: PRIMULA (riservata ai ragazzi fino a 18 anni), MARGHERITA (dedicata alla poesia dialettale) e ROSA (riservata agli adulti di età superiore ai 18 anni). Con le scuole chiuse e i bimbi in vacanza, immersi nei giochi dei Grest estivi o al mare, non sono stati molti i ragazzi a partecipare, ma gli adulti sì.

In un mondo dominato dalla fretta, da internet, dai messaggi brevi e sgrammaticati, gli italiani riscoprono il piacere di scrivere, e soprattutto il valore della poesia.

La rapidità, la capacità di scambiare foto, di inviare saluti e di vivere connessi in rete rappresentano le basi dello sviluppo tecnologico dell’era moderna, ma non tolgono la volontà di riscoprire il proprio io più profondo, di metterlo a nudo, coinvolgendo gli altri nelle proprie emozioni. In un’epoca caratterizzata dal carpe diem, dal motto “life is now”, dai grandi successi in tutti i campi, che certamente hanno facilitato il lavoro dell’uomo e ridotto i tempi di spostamento, l’anima non si sposta dal desiderio e dalla necessità di mettersi a nudo e di lasciare traccia di sé nel mondo. Nobile pensare, la poesia. Essa è incontro di anime diverse, amicizia, pietà della luce, indagine nel buio.

Il non essere rimane talvolta sospeso. Perchè allora non dargli voce donando agli altri le proprie emozioni, condividendole, non solo in rete, ma con il linguaggio del cuore? La poesia è vita; quella vita che rimane oltre l’esistenza, come sono rimasti i tormenti di Leopardi, il fanciullino di Pascoli, il “porto sepolto” di Ungaretti, le “chiare, fresche e dolci acque” di Petrarca e della poesia, in cui l’uomo desidera ancora immergersi quando la vita non è come vorrebbe che fosse e cerca la sua intima essenza. Più social meno rapporti sociali; più giochi virtuali, X box e tablet meno attività fisica e socializzazione; più uso di strumenti tecnologici e minore sforzo per cercare di raggiungere i propri obiettivi. Ma a quale prezzo? Isolamento, scarsa attività mentale e fisica, poca attenzione alla voce interiore, che ha voglia però di riemergere, impietosamente, nella poesia.

“La poesia non è di chi la scrive, ma di chi gli serve”, diceva Massimo Troisi nel film “Il Postino” e ognuno la fa propria e la interpreta a modo suo. Così ogni membro della giuria, così ogni poeta, così ogni uomo. La poesia, essendo un’arte e una tecnica per esprimere in versi, idee, emozioni, fantasie e sentimenti, non è di per sé valutabile, ma lo scopo principale di un concorso è quello di incentivarne la scrittura, di soffermarsi ad ascoltare la voce dell’anima, donando un po’ di se stessi agli altri; massima capacità di dialogo in un mondo in cui si scrive poco e si parla a volte troppo.
Come un nonno che soleva riunire intorno al camino i suoi nipotini per raccontare delle storie di vita vissuta favole ed esperienza, il poeta ha voglia di condividere con gli altri, in punta di piedi, il proprio vissuto, soprattutto quello interiore; apre la propria anima usando talvolta un linguaggio semplice, altre volte più ricercato e ricco di figure retoriche per arrivare al cuore.

L’era moderna, con tutte le nuove opportunità, forse
si è resa conto delle proprie difficoltà:
senza radici e senza poesia non si può sperare di avere ali per poter volare.

Indipendentemente dal risultato, le poesie dedicate alla donna e all’universo femminile, sono state tutte apprezzate dalla giuria. Non hanno vinto solo i poeti. In questo concorso ha vinto la Poesia e la voglia di esprimere i propri stati d’animo attraverso di essa. Ha vinto la cultura, perchè si è saputo inserire, nel programma di una manifestazione estiva, uno spazio dedicato alla poesia, non solo con il concorso Versi in rosa, che già nel titolo evoca la dolcezza e la delicatezza dell’ universo femminile, ma anche con l’intitolazione di una piazzetta a Fabrizio De Andrè che di canzoni e di poesie alla donna ne ha dedicate molte. Musica, poesia, cultura e attenzione per la donna: questi gli ingredienti che hanno reso indimenticabile l’edizione 2019 della Notte rosa di Vitorchiano.