Mata Hari, pseudonimo di Margaretha Geertruida Zelle, che fu danzatrice e agente segreto olandese.
di Riccardo Bramante
Stiamo assistendo in questi giorni ad una guerra che si combatte non solo con le armi tradizionali ma anche attraverso forme di spionaggio informatiche e “fake news” che, per la loro anonimità, fanno quasi rimpiangere i tempi eroici delle spie che agivano in prima persona mettendo a rischio la loro stessa vita.
Ne è un esempio Mata Hari, la romantica spia che tanto ha fatto parlare di se in vita e pure dopo la sua morte se anche la cinematografia ne ha fatto un personaggio leggendario attraverso l’interpretazione di Greta Garbo.
Nata nel 1876 in una piccola cittadina olandese, Margaretha Zelle (questo il vero nome di Mata Hari) fin da giovane dimostra il suo carattere libero ed impulsivo facendosi espellere dalla scuola e sposandosi a solo 18 anni con un ufficiale conosciuto per corrispondenza, di ritorno dalle Indie orientali, allora colonie olandesi.
Tornano insieme in quei luoghi, prima a Sumatra e poi a Giava, dove c’è la svolta della sua vita assistendo ad uno spettacolo di balli tradizionali. La loro sinuosità ed eleganza la incanta fino al punto di divorziare dal marito, lasciare l’Oriente e approdare, nel 1905, nella Parigi della “belle epoque” come danzatrice esotica con il nome di Mata Hari, in malese “Occhio del sole”.
Il successo è immediato e i suoi abiti di scena succinti e trasparenti passano per costumi indossati nei templi indiani per fare danze sacre.
Le sue amicizie si allargano a diplomatici, finanzieri, alti ufficiali e aristocratici che la riempiono di regali per ottenerne i favori e la sua vita si svolge nel lusso più sfrenato.
Il radicale cambio di vita con la Prima Guerra Mondiale
Ma lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1915 ne cambia radicalmente la vita. Rimasta a corto di danaro e senza più gli appoggi altolocati, Mata Hari accetta la proposta del console onorario tedesco ad Amsterdam, Karl Kroemer, di svolgere attività spionistica per la Germania in cambio di 20mila franchi (circa 50mila euro di oggi).
Le informazioni che passa non sono molto rilevanti ma sono sufficienti per suscitare l’attenzione del controspionaggio francese che la fa pedinare e controllare.
Nel frattempo si innamora perdutamente di un giovane ufficiale russo, Vladimir Maslov, al servizio dei francesi, il quale le propone di sposarla non appena uscito dall’ospedale dove era ricoverato per una ferita di guerra.
Al fine di avere un lasciapassare per andarlo a trovare, Mata Hari accetta di diventare anche una spia al servizio dei francesi. Questo doppio gioco le costa caro; le sue manovre insospettiscono sia i tedeschi che i francesi, tanto che questi ultimi spiccano un mandato di cattura con l’accusa di spionaggio in favore della Germania.
Arrestata e rinchiusa nella prigione di Saint Lazaire, viene rinviata a giudizio avanti ad una giuria composta solo da militari, i quali, nonostante la genericità delle accuse, la condannano a morte.
La sentenza viene eseguita il 15 ottobre 1917 e anche in questa occasione estrema, Mata Hari ne fa una sorta di esibizione rifiutandosi di essere legata e bendata, mandando baci al plotone di soldati che la stanno fucilando.
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