L’horror degli ultimi anni nella filmografia giapponese

Di Riccardo Bramante

Negli ultimi anni il cinema giapponese ha prodotto inquietanti film horror di ottima fattura e i cosiddetti “J-horror” (dove J sta per Japan) hanno avuto una eccezionale diffusione in tutto il mondo.

Assistiti da una radicata assenza di colpa e di giustizia, sia terrena che divina, la filmografia giapponese, ha superato gli stereotipi degli analoghi modelli USA e occidentali e, ignorando le conclusioni “a lieto fine”, pervengono sempre a conclusioni sanguinose e terrificanti.

Si ha a che fare con un concetto completamente diverso della paura. Infatti, se un classico film horror occidentale ha l’obbiettivo di farti saltare dalla sedia o coprirti gli occhi per non vedere, un horror giapponese si basa sull’ansia, sull’angoscia e il disturbo interiore che suscita.

L’origine del genere horror nipponico

Al di fuori del cinema, l’origine del genere horror può farsi risalire addirittura al 1922 quando lo scrittore Edogawa Rampo, che scelse questo “nom de plume” in omaggio a Edgar Allan Poe, propose il suo primo racconto “The Tuppence Coin” (La moneta da due penny) ispirato ad un analogo racconto dello scrittore inglese.

In realtà già da prima esistevano filoni popolari liberamente ispirati a fatti di cronaca reali dove gli eroi erano spie, traditori, informatori e dove, in definitiva, i cattivi sono i buoni e questi ultimi non esistono affatto.

Numerosi sono stati i film che si sono succeduti e non tutti arrivati nelle sale cinematografiche dell’occidente. Tra i tanti, qui vogliamo ricordare alcuni capolavori del genere, come “The Call” girato nel 2003 dal regista Takashi Miike in cui gli spettatori venivano terrorizzati con un apparecchio oggi in possesso di tutti: il cellulare. Una musichetta assordante, messaggi macabri annunciavano per telefono la morte di chi lo ascoltava.

Non da meno, solo per citare uno dei più recenti, è “Fukushima 50”, film del 2020 diretto da Setsuko Wakamatsu, imperniato sul disastro nucleare che nel 2011 colpì il Giappone e sui 50 dipendenti che lottarono a costo della loro vita per limitare il disastro stesso.

l’Horror asiatico diffuso anche da noi

Quanto il cinema giapponese e asiatico del genere horror si sia diffuso anche da noi lo dimostra il successo recentemente avuto dal “Far East Film Festival” in cui la versione restaurata del capolavoro di Takashi Miike, “Audition”, ha registrato il tutto esaurito.

Peraltro, non si può tacere quanto questo genere di film abbia probabilmente impattato sulla realtà di tutti i giorni. In Giappone, infatti, si è registrato in questi ultimi tre anni un forte aumento dei crimini e un’impennata dei suicidi. E non da meno, stando alle cronache, avviene in occidente e in Italia, complici anche le situazioni di difficoltà derivanti dalla pandemia da Covid 19.

Ma forse non abbiamo ancora toccato il massimo della truculenza se andiamo a vedere alcuni film prodotti dalla cinematografia coreana!

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