L”Annunciazione” di Lorenzo Lotto, realizzata per la chiesa di Santa Maria dei Mercanti a Recanati. Nel dipinto, del 1543 ca, l’artista dimostra un’altissima sensibilità e la sua originalità anticonformistica. Lotto operò molto nelle Marche fino a stabilirsi definitivamente come membro della Comunità religiosa della Santa Casa di Loreto.

A differenza delle altre opere, che rappresentano questo momento decisivo per l’umanità, qui il punto di vista, ovvero dove viene collocato l’osservatore, è nel lato interno della stanza. La scena è davanti ai nostri occhi, ma l’intento di Lotto è che essa esplo­da nel nostro cuore. Non è fissa nell’eternità in maniera statica, si coglie il dramma della giovane vergine nel momento in cui si scatena la tempesta, che sconvolge la sua giovane vita, diventare madre del Figlio di Dio. C’è movimento, la protagonista quasi fugge, volgendo le spalle al Signore che, dall’alto di una nube foriera di temporale, fa la sua richiesta, con tutta la fermezza del suo braccio teso. La giovane è incalzata dall’arcangelo Gabriele, anch’egli in movimento e con gesti decisi.

La vicenda si svolge in una semplice stanza con arredo descritto minuziosamente, ricorda certi dipinti di scuola fiamminga. In primo piano un inginocchiatoio presso il quale si trova Maria in meditazione e preghiera, «Meditava e custodiva tutte queste cose nel suo cuore».

Sulla sinistra un letto a baldacchino con drappi verdi, colore destinato agli uomini di stirpe regale. «Gesù sarà grande. Il Signore gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre». Nel fondo, tra il letto e la porta, una cornice con su libri e candeliere con una candela spenta: secondo l’iconografia nordica indica lo Spirito San­to. Indumenti  di uso quotidiano, appesi ad un’asta trasversale, per essere facilmente disponibili. Sopra al banchetto, una clessidra sotto a un panno, indica il di­svelamento del tempo.

La quantità di sabbia nell’ampolla superiore è uguale a quella dell’ampolla inferiore, cioè il tempo è maturo, si è giunti alla pienezza. «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli». Dio Padre, come abbiamo visto, si affaccia verso Maria, be­nedicendola, dal cielo irrompe, appunto, nel tempo. L’Angelo con il gesto del braccio richiama l’attenzione della giovane verso l’Eterno: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». I suoi capelli e le vesti scompigliati, l’incarnato roseo, il ginocchio piegato, i muscoli del braccio e delle gambe in tensione sottolineano realisticamente l’impegno con cui l’Angelo adempie alla sua missione.

Lotto raffigura Maria nel suo ambiente quotidiano e descrive la sua reazione emotiva. Ne deriva una scena teatrale che si esprime in atteggiamenti, espressioni, movimenti realistici. Ciò differenzia questa “Annunciazione” dalle altre.

La passionalità della vicenda è sottolineata dal rosso del mantello dell’Eterno e di Maria. In mezzo ci sono le vesti bianche e celesti dell’Arcangelo Gabriele, simbolo di purezza. Così come alla purezza richiama il giglio nelle sue mani.

Lo spa­zio esterno appare come giardino ben ordinato, “hortus conclu­sus”, con i tradizionali attributi mariani in forma vegetale. È immagine di Maria in cui si incarna il Verbo, il Figlio di Dio, rappresentato dalla colonna, che unisce terra e cielo.

La presenza del gatto, che inarca la schiena e fugge dall’Angelo, sottolinea la quotidianità e l’istintività della reazione a ciò che sta accadendo, reazione di ribellione, di rifiuto. Il gatto è anche simbolo del male e del diavolo. In questo caso il diavolo scappa di fronte alla proposta di Dio di mandare suo Figlio per salvare il mondo e soprattutto di fronte all’umiltà e all’obbedienza di Maria che accetta questa missione. «Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la sua parola». Il felino si ribella, fuggendo, non senza aver gettato uno sguardo di sfida verso di Dio stesso.