Non sono certamente primi ad una collaborazione così affascinante e preziosa le giovani menti che vivono dietro i Carovana Tabù. Collettivo di 8 musicisti che al jazz chiedono ampia contaminazione di stile, una fusion propriamente detta che cerca direzione ovunque, dall’acida jazz al pop quasi più didascalico, dalle trame losangeline fin dentro la tradizione nostrana. “Miles to go” è il nuovo disco che ospita anche la straordinaria partecipazione di Fabrizio Bosso… un’ampia rilettura di alcune grandi scritture di Miles Davis e si concede, sempre in stile, lo spazio buono per regalarci 3 scritture inedite, una seconda suite a chiusura ispirati comunque a quadri realizzati dal trombettista statunitense. Cerchiamo di indagare più da vicino un disco complesso e decisamente privo di maschere e di tempo.
Con Fabrizio Bosso per questo nuovo disco e non è affatto la prima volta e anzi non è neanche la prima collaborazione. Vero?
Esattamente! La collaborazione con Fabrizio vede la luce nel Gennaio del 2020, quando ci siamo incontrati per la prima volta al Tiny Phonograph Recording Studio di Preganziol (TV) per incidere insieme due brani dal nostro primo disco, Point of View; a lui abbiamo pensato per Strasbourg St. Denis e Just In Time, due brani dove l’inconfondibile raffinatezza ed espressività stilistica di Fabrizio hanno trionfato.
Il senso di euforia che questo primo incontro ci ha lasciato ci ha portato ad individuare immediatamente lui come scelta per l’interpretazione di questo ruolo da protagonista che ha la tromba in Miles To Go, non potevamo certo chiedere ed ottenere di meglio.
Esiste un legame stretto con lui… almeno questo ci arriva. Che matrimonio artistico si sta rivelando?
Collaborare con Fabrizio per noi è un onore prima che un piacere, chiaramente. Per noi è un’occasione di crescita e di scoperta continua, d’altronde poter ascoltare (con occhi e orecchie ben aperti) un musicista del suo calibro non può far altro che sorprenderci continuamente e giovare alla costante crescita creativa di tutto il gruppo; ascoltare dal vivo e nell’esatto momento in cui accade ciò che poi potrai ascoltare per sempre su un disco è una sensazione impagabile, ancora di più quando hai accanto un musicista come lui, dove ogni nota è un dono insostituibile. Ci auguriamo di ritrovarci al più presto, è davvero un musicista ed una persona speciale.
“Miles to Go” celebra ovviamente la tromba di Miles Davis. Per voi cosa rappresenta?
Diciamo che proprio il titolo Miles To Go potrebbe essere l’esatta immagine di quello che più abbiamo ammirato nell’operato di Miles Davis: un artista che nel suo percorso artistico ha saputo intraprendere un vero e proprio viaggio alla sperimentazione di continue nuove influenze e generi, basti pensare ad alcuni dei diversi momentum musicali che ha attraversato: gli esordi degli anni ’50, dove riuscì a fissare i punti cardine della storia del jazz mondiale, con musicisti come Coltrane e Adderley al suo fianco; una ventina di anni dopo era sul palco dei più annoverati festival rock con l’album “Bitches Brew”, dove riuscì a conquistare la corrente più alternativa degli anni ’70; pochi esempi che servono a commentare quanto la sua sia stata veramente una “strada” da percorrere, in lungo e in largo.
E che scelta è quella di celebrare un simile eroi della contaminazione?
La nostra scelta è stata quella di rappresentare una delle menti più avanguardiste e brillanti che il XX secolo abbia conosciuto, in virtù di questa sua volontà costante ed impetuosa nell’esplorazione sonora, senza esitazione.
Ecco parliamo proprio di contaminazione: cosa significa e che ruolo ha nel vostro suono?
Per quanto riguarda la nostra formazione, i concetti di fusione e sperimentazione stilistica vanno di pari passo: ognuno di noi ha background di studi e preferenze stilistiche musicali molto differenti. Pensando al nuovo disco in uscita Miles To Go, è facile notare, ad esempio, come in Nardis la chitarra classica ed il clarinetto (strumenti di estrazione prevalentemente classica) possano unirsi tematicamente ad un’armonia, oltre che un procedere ritmico, improntati su sonorità mediorientali ed argentine, il tutto raccolto dalla tromba di Fabrizio Bosso che ha ripreso al meglio le orme stilistiche di Miles.
E per chiudere, per i Carovana Tabù il jazz che forme ha e che significa per davvero?
Per noi il jazz (così come il funk, il soul e la musica classica) è uno dei tanti veicoli da scegliere nel tentativo di esprimere le nostre suggestioni in musica; il jazz tra tutti ci permette di non stabilire schemi o confini entro i quali dover comunicare, e dà modo ad ognuno di mettere in campo ciò che di più personale ha da offrire; una sorta di connessione interpersonale, cercando sempre più la nostra identità espressiva.