Omaggio alla grandezza di Totò all’Off-Off Theatre

di Riccardo Bramante 

All’ Off/Off Theatre, il teatro “ più cool della capitale” (parole dell’attore protagonista della serata), è stato presentato il lavoro “Un Principe in arte Totò” di Antonio Grosso che ne ha curato anche la regia.

E’ la storia degli esordi sui palcoscenici teatrali di Antonio Clemente, questo il nome di Totò prima che diventasse Antonio De Curtis a seguito del riconoscimento del padre naturale.

Antonio Grosso ne ha reinterpretato con vivacità tutta napoletana i primi passi, quando già a scuola intratteneva i suoi compagni di classe con quelle smorfie e quella gestualità dinoccolata che imitava osservando la gente del Rione Sanità a Napoli, caratterizzandoli e magari anche esagerandoli per ottenere il consenso del suo pubblico.

La “maschera” di Totò 

Ancora giovanissimo, Totò iniziò a portare questa “maschera” nei piccoli teatrini periferici, esibendosi in macchiette che imitavano Gustavo De Marco, attore dalla grande mimica che allora furoreggiava in quella città. Fu proprio su quei palcoscenici che incontrò attori già affermati come i fratelli Eduardo e Peppino De Filippo, da lui sempre ammirati anche quando divenne a sua volta famoso.

Grosso ci ricorda, poi, il periodo in cui Totò si arruolò volontario nel Regio Esercito, durante la Prima Guerra Mondiale, e fu assegnato alle caserme di Alessandria dove subì le classiche umiliazioni riservate alle matricole da parte dei graduati e da cui prese spunto per il motto che lo rese famoso “siamo uomini o caporali?” per distinguere nettamente chi usa ed abusa del proprio potere e chi, invece, lo deve subire.

Il successo a Roma

Di ritorno dalla guerra sentì che Napoli gli stava troppo stretta e si recò a Roma chiamato da Giuseppe Jovinelli, il mitico direttore del Teatro Ambra Jovinelli dove si erano esibito artisti del calibro di Petrolini, Viviani e Pasquariello. Il successo fu immediato e lo fece conoscere a livello nazionale. 

Di qui si moltiplicarono le proposte di ingaggio finché giunse quella del Teatro Nuovo di Napoli dove finalmente Totò fece ritorno anche se con molti dubbi e timori memore della cattiva accoglienza riservatagli agli esordi. Fu, invece, un grande successo e ancora oggi vengono ricordati alcuni lavori che fecero epoca, da “Miseria e Nobiltà” a “Messalina” a “I tre Moschettieri”.

Antonio Grosso e Antonello Pascale raccontano il percorso di Totò

Tutto questo percorso Antonio Grosso ci racconta con la sua “verve” di napoletano verace che, proprio come Totò, ha iniziato a calcare i palcoscenici fin dai 17 anni con una recitazione leggera mista, talvolta, ad una certa malizia, come, d’altra parte, era nel carattere del Principe Totò, da attore impulsivo e talentuoso.

In ciò validamente appoggiato da Antonello Pascale che si sdoppia e si moltiplica nei vari personaggi che Totò ebbe modo di frequentare, dalla madre all’amico di sempre Edoardo, al caporale di Alessandria al nobile gestore del Teatro Nuovo di Napoli, macchietta che riprese lo stesso Totò nell’impersonare il gentleman napoletano che parlava con la “erre moscia” e la supponenza di chi si sente superiore.

Un valido spettacolo, dunque, che è stato ben accolto dal numeroso pubblico presente, tra cui note personalità, che ha richiamato più volte i due attori alla ribalta per meritati applausi.
Lo spettacolo proseguirà fino al 15 gennaio 2023.

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