Silicon Valley Bank: da Top a flop in pochi giorni

di Guido Campese

Come può una Banca in pochi giorni essere decretata tra le migliori americane, e in altrettanti pochi giorni cadere nella disgrazia di un fallimento?

E’ abbastanza preoccupante il fenomeno determinato dalla Silicon Valley Bank che sta creando turbolenze nei mercati azionari mondiali, da cui non prescinde nemmeno “Piazza Affari”.

Tra gli errori commessi da SVB c’è l’esposizione finanziaria, sul piano temporale, dovuta alla scelta di acquistare titoli obbligazionari USA a lungo termine. La Banca infatti contava su un costo del denaro non molto elevato, non prevedendo che nel futuro ci potessero essere incrementi del valore del denaro.

Nonostante SVB fosse una banca relativamente giovane, era sicuramente di successo, anche per l’appoggio finanziario verso società “start up” aventi progetti molto moderni e in auge nella società, con un alto livello di remuneratività economica.

La Banca Centrale al fine di contrastare l’inflazione, emersa nel recente periodo, ha inteso intervenire innalzando i tassi di interesse e conseguentemente anche il costo del denaro. Contestualmente il mercato azionario, nel comparto tecnologico, proprio quello finanziato da SVB, ha avuto una caduta indotta dall’inflazione in atto. Per effetto di questi due fattori: aumento del costo del denaro, e diminuzione della spesa dei consumatori sul versante tecnologico, la SVB è stata costretta ad effettuare operazioni creditizie per recuperare la liquidità mancante.

La crisi conclamata 

Dilagata palesemente la crisi nel settore tecnologico, e la flessione del mercato azionario, proprio i Clienti SVB, hanno iniziato a ritirare i propri capitali generando così l’interruzione della catena di approvvigionamento. La voragine economica che ne è scaturita, ha raggiunto dimensioni così spropositate da divenire insanabili per l’istituto bancario.

La crisi della Silicon Valley Bank, a parte un certo nervosismo delle Borse, dovrebbe avere un impatto limitato sul resto del mondo, eccezion fatta per quelle società che hanno rapporti diretti con la banca in questione. E’ noto ai mercati internazionali che la SVB è una banca commerciale le cui operazioni si sono prevalentemente concentrate negli States.

In questi contesti il condizionale è però d’obbligo. Proveniamo infatti da un’esperienza in cui una crisi analoga che avuto origini nel 2008, ha generato propaggini che si sono estese fino all’Europa. E’ auspicabile dunque che, memori di quel pregresso, gli esperti finanziari del settore abbiano posto in essere a tutela, le tecniche di salvaguardia idonee per evitare che l’attuale crisi non possa  ulteriormente allargarsi.

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