“L’AIDS colpisce ancora” di Giuseppe Cerasari – recensione

di Ester Campese

Ho avuto il piacere di conoscere personalmente, e poter conversare amabilmente con il Dott Giuseppe Cerasari. Recentemente ha affrontato nel suo ultimo libro “L’AIDS colpisce ancora” proprio il tema, forse dimenticato, dell’AIDS.

Un medico che ha un lunghissimo curriculum e grande dedizione per la sua professione intesa, come per tutti dovrebbe essere, come una vera e propria missione, nel senso più profondo del termine.

Incontrando Cerasari emerge immediatamente la sua personalità, strutturata, forte ma dolce al contempo. Impossibile non notare quel suo tratto grandemente umano ed empatico che sa benevolmente accogliere le altrui fragilità senza alcun preconcetto. Offre un’accoglienza istintiva che pone l’interlocutore immediatamente ad agio. Ma non è artifizio salottiero, tutt’altro. Si percepisce in lui una profondità umana che sottende valori e sofferenza vissuta, frutto di tante “guerre”, per salvare anche una sola vita. Un medico che con energia e profonda preparazione e convinzione, ha anche accompagnato il cammino dei suoi pazienti.

I suoi occhi azzurro cielo offrono, assieme a tutto il suo essere, una porta verso la speranza. Per alcuni l’unica cosa che resta loro. Mi soffermo a pensare quanto poco guardiamo in alto, verso il cielo, intenti a ricorrere la vita che ci spinge a ritmi a volte forsennati. In questo correre, spesso perdiamo di vista l’essenzialità della vita e quella per la nostra anima. Ecco il Dortt. Cerasari è un uomo che “profuma di buono”, che sprigiona un’essenza carica di valori. Un profumo che diventa sempre più raro e per questo ancor più prezioso.

Mi approccio dunque a leggere con curiosità, avendo appunto conosciuto l’autore, il suo libro “L’AIDS colpisce ancora”. Non posso che ritrovarmi pienamente con quanto scritto nell’introduzione dal giornalista RAI2, Rotondo, che ne incrementa l’aspettativa.

Un tema quello dell’AIDS che ad alcuni può sembrare “lontano” ma che ai primi anni 80 fece paura a tutto il mondo, al pari, se non più, della più recentemente pandemia da Covid e seconda solo all’influenza spagnola. Un libro che volutamente non è stato affidato al circuito di “distribuzione scientifica” ma che attraverso l’editore “Armando Curcio” ha l’intento di raggiungere una divulgazione più estesa. Dopo 40 anni infatti ci siamo forse dimenticati di questa malattia, anche in virtù del cambio generazionale, che in realtà non è mai del tutto stata sconfitta.

Una malattia ancor più odiosa che, per ignoranza nel senso stretto del termine – non conoscenza – portò con se anche “l’onta” del pregiudizio. Si percepisce invece che per il Dott. Cerasari emerge prepotentemente l’importanza del valore umano accompagnato a quello scientifico e in favore delle soluzioni migliori per il paziente.

E’ il tempo, la risorsa più preziosa che l’uomo possa avere, seppur “dimensione umana”…. Ed è questo il “binario” scelto dall’autore su cui scorre la narrazione. Vengono dunque suddivisi nel libro, come nello scandire di una giornata, i momenti di questa pandemia tra alba, mezzogiorno e sera.

Il tempo è stato l’elemento contro cui tutti hanno lottato: medici e pazienti. Dai primissimi casi emersi all’alba di questa terribile pandemia, allo sgomento e l’angoscia, affrontati da un giovane medico appena specializzatosi in malattie infettive, unite alla sua caparbietà. Un uomo che non si è fatto intimidire da questa enorme sfida, quella di un virus che ha fatto il salto di specie e che ha imposto anche un esercizio di resistenza psicofisica per le brutture che esso provocava. Gli anni 90 furono altrettanto terribili e l’epidemia oramai era diffusa in tutto il mondo. L’arrivo dei primi farmaci consentirono, dopo qualche flop, le prime cure che portano con se anche le prime speranze. Si giunge cosi, passo dopo passo, alla percezione di essere almeno riusciti a domare il male. Eppure i casi di questa malattia sono ancora presenti.  

In mezzo a questi tempi – alba, mezzogiorno e sera – tante persone, tante vicende, tante vite sconosciute che si incrociano l’un l’altra. Un libro che si scorre agevolmente e che emoziona anche per le storie di alcuni pazienti che in questo libro sono narrate e trattate con grande garbo e grande umanità. Nel testo, non da meno, si tratta a ritroso la storia scientifica di quanto accadde.

Un libro che suggerisce anche una riflessione rispetto al tema delle pandemie, che sempre più spesso, purtroppo, il mondo si troverà ad affrontare. E’ importante dunque riuscire a trarre insegnamenti da ciò che ci accade per affrontare, quanto meno più preparati, il nostro futuro.