La vita, Viola, la borsa, la scena indie e l’amore che torna, le dinamiche che sono poi di tutti. Un teatro la vita… e chissà perché dentro ci siamo tutti, con le stesse maschere e le stesse incapacità. Giacomo Casaula canta contro i sentimenti e un fare sempre più “sintetico” e lo fa dentro un disco preciso e rigoroso nel suo suono pop ma che al sentimento si appoggia. “Amore sintetico” è anche politico, è anche sociale. È anche un disco di normalità perdute…

“Piazzaffari” è un vero inno sociale. Una fotografia allegorica forte.
La piazza diviene altro oggi nel tempo delle macchine. Secondo te cosa
si prepara ad essere domani?
Credo che nonostante i tempi siano inesorabilmente destinati a cambiare, la piazza rimarrà un momento di confronto, scambio dialettico, aggregazione, forse anche violenza.

Mi colpisce questa copertina. Sintetica anch’essa. Anzi volutamente
sintetica… cioè?
L’idea era proprio quella. Rendere la copertina un corpo unico con le canzoni del progetto. Una bocca che non sappiamo se soffia o aspira fumo o aria. Un piccolo cuore in alto per identificare ancora meglio l’amore o quello che ne rimane.

L’amore nonostante tutte le programmazioni sociali, resta comunque un
punto chiave della distinzione tra uomo e macchina. Secondo te tornerà
il tempo dei sentimenti?
Penso che i sentimenti non vadano mai via. Al momento non sono più totalizzanti, così come le idee.

E tu, da artista, difendi il sentimento? Sei contento della sua
sintesi sintetica?
Si, in maniera molto personale cerco sempre di difenderlo. Non sono per niente contento della sua sintesi sintetica, anche per questo motivo è subentrata l’urgenza di far uscire questo progetto.

Resta il sogno di una società priva di maschere e di etichette.
Secondo te è possibile?
Credo sia davvero impossibile, ma l’idea di una società senza filtri la inseguo sempre.