Chi siamo veramente se non uomini e donne di questa terra tutta assieme? Figli e fratelli di un’unica natura che però il mondo moderno sembra volerci insegnare quanto sia giusto discriminarlo, differenziarlo… Edea torna in radio dunque con un brano dai contorni etnici, africani, torna alle sue radici in qualche modo… torna a raccontare la verità degli uomini in un bellissimo brano dal titolo “Le radici del tempo”. E noi ovviamente accendiamo tutte le luci possibili su tematiche assai forti, pesanti, determinanti… e così dolcemente cullate dentro una sola canzone.

Amore che significa anche tolleranza e inclusività. Oggi sono cose che la società cerca di stigmatizzare secondo te?
Anche oggi, ancora e purtroppo, ci troviamo di fronte a muri che si alzano, a diversificare. Trovo invece sia utile pensare al “diverso” come “unico”, “particolare”,”distintivo”.
Partiamo dal fatto che siamo una singola umanità: siamo tutti esseri umani, tutti mortali. E se ci fermassimo solo un attimo a riflettere sul concetto di tolleranza e inclusività, capiremmo che da questo, dal fatto di coesistere con qualcuno o qualcosa che percepiamo come differente, tutti noi potremmo trarne vantaggio. Ognuno di noi è un “pezzo unico”, una rarità, che arricchisce la società. E convivere imparando ad apprezzare le diversità, di qualsiasi genere esse siano, arricchisce non solo l’anima, ma anche la mente. È concime per l’ intelletto.
Pensa che tristezza sarebbe se il mondo fosse popolato da individui identici, senza caratteristiche, senza cultura, che segue uno schema sempre uguale… parleremmo di robots, di finzione, non di persone.

Domande delicate se vuoi: ma quanto tutto questo investe il tuo quotidiano? Quanta parte di questa nuova canzone è (o potrebbe esserlo) autobiografica)?
Da cantante e interprete, ho sempre pensato alla musica come mezzo, è uno strumento che non trasmette solo lo stato d’animo, ma anche ideali. Ho sempre cercato di affrontare tematiche di apertura culturale, perché effettivamente, essendo italo-africana, mi sento appartenente a diverse culture.
Di autobiografico c’è che anche io ora, da quando mi sono trasferita in Inghilterra, sento ancora di più il legame con la mia terra nativa, le radici appunto. E in realtà scrivendolo, aiutata egregiamente da Lorenzo Sebastianelli, ho pensato anche a mia madre, che ai tempi lasciò l’Africa (la sua terra d’origine) per trasferirsi in Italia e trasformare completamente la sua vita.

Con il tempo dunque che rapporto hai? E qui parliamo di passato più che di futuro, o sbaglio?

Il tempo è la chiave di tutto: è ciò che ti lega al passato, colui che ti fa apprezzare (o odiare! ) il presente, la medicina che allevia le sofferenze, ma anche la nostalgia che ti riporta a ricordi belli o brutti. In questo caso parliamo di tempo il tutte le sue sfaccettature, ed esattamente come la musica, ha il potere di farti viaggiare avanti e indietro nella tua vita.
Personalmente legare il tempo alla musica, che è per me una delle cose più importanti in assoluto, era inevitabile, proprio perché emotivamente parlando sono molto simili. E naturalmente, nel mio nuovo brano, la parola “tempo” è fondamentale, necessaria, se pensiamo a chi decide di lasciare la propria terra per realizzare i propri sogni altrove.

E questo brano, musicalmente che radici ha? Parlo delle tue…
Le radici di questo brano sono naturalmente dipendenti dal mio background! Un po’ Afro, un po’ Tribal, con spunti Soul, ma senza rinunciare alla modernità e a sound vagamente elettronici che tanto la fanno da padrona nella scena musicale odierna.
Sostenuto da un testo in due lingue (Italiano e Inglese) posso dire di essere riuscita nel mio intento: mescolare diverse sonorità e lingue creando qualcosa di “meticcio” proprio come sono io mi ritengo di essere. Se non avete ancora ascoltato “Le Radici del Tempo “ vi invito a farlo!