Calcata: il borgo delle streghe

di Riccardo Bramante

Si avvicina il giorno di Halloween, il giorno delle streghe, e quale luogo può essere più aderente all’evento se non il piccolo borgo di Calcata?

Situato in provincia di Viterbo su un alto sperone tufaceo che si erge sulla circostante Valle del fiume Treja è noto da sempre come luogo magico e popolato da spiriti bizzarri ondeggianti tra seduzione e pericolo.

Entrando dall’unico portale del borgo fortificato ci troviamo tra vicoli stretti e misteriosi dove sembra ancora aggirarsi lo spirito del locale Bargello e di due sue guardie che furono giustiziate, nel 1801, dal celebre Mastro Titta, il boia dello Stato Pontificio che li impiccò per alcuni furti di cui furono ritenuti responsabili.

Non solo! La leggenda vuole che qui abbia cercato riparo e sia stato poi catturato uno dei lanzichenecchi responsabili del famoso “Sacco di Roma”. Nel bottino trafugato da questo lanzichenecco vi era anche uno scrigno dove, si dice, era conservato come una reliquia il Santo Prepuzio di Gesù Cristo che, dopo numerose peripezie, sembra sia ancora segretamente conservato nella locale Chiesa del Santissimo Nome di Gesù di epoca medioevale.

James Joyce e “Ulisse”

La leggenda ha avuto ampia diffusione, tanto che ne parla, sia pure in modo ironico, anche James Joyce nel suo libro più noto, “Ulisse”.

Progressivamente abbandonata nel corso dei secoli fino ad essere ritenuta dallo Stato “inagibile” nel 1935, Calcata ha avuto un improvviso risveglio negli anni ’70 quando fu invasa da folti gruppi di hippies che trovavano in quel luogo la tranquillità e il genere di vita da loro desiderato.

Successivamente hanno risposto al “canto delle streghe” del borgo numerosi artisti italiani e stranieri anche grazie alla riscoperta che ne fece lo scrittore Josè Saramago.

L’originalità dell’abitato e l’atmosfera che vi si respira ha fatto sì che Calcata sia stato anche il set di diversi film, da “Amici miei” di Sergio Corbucci con Manfredi e Tognazzi a “Scherzi da prete” con Pippo Franco.

Comunque, è innegabile che nel paese circoli una forte energia esoterica dovuta, sempre secondo le leggende, a misteriosi movimenti tellurici che ne agitano il sottosuolo emanando una energia che si manifesta soprattutto nelle notti in cui il vento soffia forte, somigliando al canto agghiacciante delle streghe. Streghe che ancora oggi si pensa si muovano per i vicoli del borgo sotto forma dei numerosi gatti, gli animali più legati all’occulto, che si vedono scivolare guardinghi dietro gli angoli delle abitazioni.