E perché non un libro? Il rinoceronte

Eugène Ionesco è un drammaturgo rumeno contemporaneo. Appartiene al teatro dell’assurdo, cioè a quelle situazioni che, apparentemente fantastiche, si insinuano nella quotidianità dell’essere umano, rappresentando e evidenziando che “la realtà è molto inferiore alla fantasia”.
“Il rinoceronte”, racconto breve adattato per il teatro, è una metafora sui regimi totalitari che, spacciando situazioni paradossali per normali, riescono a vincere, col tempo (Gutta cavat lapidem), anche ultime strenue resistenze!
“L’arrivo improvviso di un rinoceronte in una tranquilla cittadina di provincia, semina inizialmente lo sconcerto e l’indignazione fra la popolazione.
Il protagonista, un semplice impiegato, Bérenger, nel suo piccolo cercherà di contrastare la voglia lenta, ma inesorabile, da parte dei concittadini di omologarsi verso l’aspetto e la mentalità dei rinoceronti.”
-E perché non un libro? Il rinoceronte-
Il messaggio è chiaro e inequivocabile!
Alla fine, arriveranno tutti ad accettare come normale, una situazione che all’inizio era stata giudicata assolutamente intollerabile!
“Albert Einstein affermava che poche persone sono in grado di formulare concetti che divergano dall’opinione corrente.”
Quant’è più facile uniformarsi prendendo in prestito idee preconfezionate!
Questo libro è estremamente attuale. Con il martellamento continuo dei media, ci troviamo ad accettare mode, abitudini, idee che, normalmente, al riparo delle nostre case e riflettendo in modo autonomo, non avremmo mai accettato/abbracciato.
A cosa servono i libri? a cosa serve la filosofia, cosa ci raccontava Cartesio? “Cogito, ergo sum! Penso, quindi esisto!”

Un libro, perché no? Accendiamo il cervello!

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