Franca Florio: “Regina della Belle Epoque”

di Riccardo Bramante 

Molto si è scritto, soprattutto in questi ultimi anni, sulla rapida ascesa e conseguente caduta di una delle più note e potenti famiglie siciliane, quella dei Florio.

Dopo i due romanzi di Stefania Auci sui “Leoni di Sicilia” (così venivano chiamati i componenti di quella famiglia), ha rivisto recentemente la luce una sceneggiatura scritta da Gesualdo Bufalino nel 1994, su richiesta di una casa di produzione americana, per farne un film in realtà mai realizzato.

Si sarebbe dovuto titolare “Io, Franca Florio” e avrebbe dovuto avere come figura centrale, appunto, Donna Franca Iacona della Motta di San Giuliano, la moglie nobile andata sposa nel 1893, a soli 20 anni, ad Ignazio Florio junior.

Nella sceneggiatura ritrovata, e ora pubblicata per i tipi della casa editrice Archilibri, Donna Franca Florio sembra uscita da una delle pagine del “Gattopardo” ma ambientata nei ruggenti anni ’20 della “Belle Epoque”. Tutto in lei è perfetto, dalla figura elegante, alla cultura, alla bellezza che ne fa una delle donne più ammirate di quel periodo.

Ospita a Palermo ed è ospite di Re, Zar, poeti e scrittori. Il Kayser di Prussia, Guglielmo II la chiama “Stella d’Italia” e nemmeno D’Annunzio è insensibile al suo fascino. Il pittore Giovanni Boldini la ritrae nel momento del suo massimo splendore in un ritratto che la mostra in un elegantissimo abito di seta nera impreziosito da merletti e gioielli.

E’ l’apice della potenza finanziaria per la famiglia Florio e di conseguenza anche Palermo è “città felicissima” con i lussi e lo stile della Belle Epoque che la mette addirittura in concorrenza con Parigi.

Donna Franca regina della vita mondana europea

Ma se Donna Franca è la regina indiscussa della vita mondana europea non altrettanto può dirsi della sua vita privata. Ebbe cinque figli di cui tre morirono ancora in giovane età, mentre il marito Ignazio la rattristava con le sue continue scappatelle che lei comunque gli perdonava ad eccezione, forse, di quella avuta con la diva dell’epoca Lina Cavalieri che riteneva meno bella di lei.

Dalla metà degli anni ’30 gli affari imprenditoriali della famiglia Florio iniziarono a peggiorare e la famiglia fu costretta a vendere le proprietà immobiliari, le aziende e lo stesso ritratto fattole dal Boldini finì in America acquistato da un Rothschild.

Ma non per questo Donna Franca rinunciò alla sua vita mondana. Accanita giocatrice continuò a colpire l’immaginario collettivo anche nella vecchiaia fino a quando morì nel 1950 e, si racconta, che allora “il suo viso si ricompose in un ovale purissimo come nell’antica bellezza”.