di Annalisa Lomonaco 

“Nasciamo con un carattere, ci viene dato; è un dono dei guardiani della nostra nascita, come dicono le vecchie storie…Ognuno entra nel mondo con una vocazione.” J. Hillman

Per quattro giorni il Teatro Lo Spazio ha ospitato uno spettacolo coraggioso! Il poliedrico protagonista e regista Gianni De Feo ci ha trasportati nei ricordi infantili di James Hillman, famoso saggista, psico-filosofo americano. Attraverso suggestioni sullo sfondo della sua infanzia passata nell’albergo di Atlantic City dove è nato e ha trascorso la sua giovinezza, ci ha messo a contatto con un percorso ‘animico’ dove la vocazione giovanile, quel ‘Daimon’ che ci appartiene dalla nascita, trova i modi più inconsueti per palesarsi.

Per il piccolo James è stato un occasionale amico, John, frequentato solo per la breve vacanza, che lo avvicinerà al poeta Keats, con il quale ha in comune il nome. Una volta adulto, recatosi nel cimitero acattolico di Roma, per rendere omaggio al poeta, gli sembrerà di rincontrarlo andando così a chiudere il cerchio di quel ricordo lontano.

Questo è lo spunto del testo. Testo che si dipana per un’ora serrata di spettacolo dove, il visionario autore, l’onirico Paolo Vanacore, supportato con spunti dervisci dal regista, ci spingerà verso un viaggio fantastico, inframmezzato con ricordi infantili, brani di Keats declamati dalla voce di Leo Gullotta e con le musiche del Maestro Alessandro Panatteri.

‘L’ombra della luce’ e ‘Ti vengo a cercare’ di Battiato cantate dal protagonista ci emozionano, mentre la voce di Giuni Russo sembra quasi duetti con Gianni De Feo sulle note di ‘Morirò d’Amore’.  

Sullo sfondo si susseguivano le immagini dello scenografo Roberto Rinaldi. Tutto avvolto e composto nel gioco di luci di Francesco  Bàrbera.

L’attore-regista e l’autore, sono concordi di come questo spettacolo nasca dall’esigenza di raccontare un momento storico e forse personale; senz’altro rappresenta una sfida affrontare temi  quasi psicoanalitici. C’era la voglia, hanno raccontato, di andare nel profondo alla ricerca di quella connessione con ‘il tutto’ che altro non è che la ricerca di un’armonia. Un’armonia che, quando accade di percepire, si vuole provare a raccontare, intessuto insieme come un ricamo, equilibrato ma fuori dagli schemi.

La produttrice Donatella Busini conferma di “amare  le sfide e proporre spettacoli disturbanti” che possano accendere scintille, far scattare un’emozione, una riflessione, questo spettacolo, ha aggiunto, è il risultato di tanta professionalità, di impegno. Una fusione di diverse forme d’arte, una multidisciplinarietà già sperimentata con successo in altri paesi che, con Daimon, ha fatto vincere questa scommessa regalando un successo!

Lo spettacolo, che a ottobre verrà riproposto in giro per l’Italia, ci racconta come piccoli teatri e a volte solo per pochi giorni, riescano a farci conoscere grandi artisti e grandi professionalità.

Gianni De Feo ci tiene a menzionare le sue due impareggiabili assistenti Alessandra Ferri e Sabrina Pistilli.