È lui, quel Davide Catinari dei Dorian Gray. Ma ora è anche uno scrittore con questo primo romanzo breve dal titolo “White Light” uscito per Camena Edizioni, che dalla copertina tradisce l’aspetto di un poliziesco noir alla Tarantino, volendo, ma che in fondo si tratta di una immersione verso il buio che ognuno di noi porta con se. La solitudine di mestiere antico come il guardiano di un faro porta un ex tossicomane, ex musicista, a ripercorrersi dentro. E tra passato e presente, tra psichedelia e qualche sano approccio distopico, la trama porterà con se una immersione imprevista verso il priva di ognuno di noi.

Primo romanzo… e da un primo romanzo in genere che tipo di aspettative ci sono?
Qualche anno fa non immaginavo che sarei riuscito a mettere la parola fine al racconto che poi é diventato White Light e questa è stata la prima cosa che mi ha sorpreso. La seconda è quella di aver trovato un editore in tempi molto brevi, la terza è che il libro sia già stato ristampato. Quello che sto imparando sull’editoria indipendente evidenzia dinamiche abbastanza simili a quelle della discografia di base, con obbiettivi che non superano il medio periodo, considerato anche il momento storico che stiamo attraversando. In questo senso le mie aspettative sono legate esclusivamente al fatto che chi legge il libro possa trovare qualcosa che glielo renda familiare, qualcosa che serva a riflettere sulle domande giuste più che sulle risposte sbagliate, qualcosa per cui valga la pena di ritrovare se stessi, senza temere il percorso per farlo.

Ex-musicista che in fondo sembra quasi lotti per non esserlo più. Che contatti ha con la tua vita reale? Con la tua musica, con la società musicale che hai attorno (o addosso)?
Mi serviva un carattere legato a un’attività dipendente dal consenso, che rivelasse una fragilità talmente muscolare da rivelarsi quasi una protezione nei confronti delle illusioni o dell’aura romantica che accompagna tutti i mestieri legati alla creatività e all’immaginazione. Il musicista, così come il disegnatore, il videomaker, lo scrittore, vivono nella tensione e la diffondono in tutto quello che fanno, se riescono a uscire dalla gabbia del conformismo e creare davvero qualcosa di nuovo. La realtà odierna invece è costruita su una produzione industriale che trasfigura e ritraduce concetti come empatia, amore, trasgressione, libertà individuale secondo l’ottica del consumo attraverso strategie di marketing che privilegiano l’omologazione all’originalità, con risultati che sono sotto gli occhi, e le orecchie, di tutti.

Parliamo di questa copertina che in fondo somiglia ad un giallo a fumetti. L’ambientazione la ritroviamo ma forse neanche tanto… come nasce?
La copertina è sei da Marino Neri, un grande disegnatore , oltre che grande amico. Con lui quale abbiamo diviso anche diverse esperienze nei live con i Dorian Gray, nel progetto Sound and Vision, un format in cui la musica e le immagini venivano prodotte in tempo reale, una sorta flusso di coscienza parente di secondo grado di happening come gli Human Be In degli anni ’60, fioriti durante rivoluzione colorata di S. Francisco. L’idea della copertina è sua e la fascinazione riporta effettivamente all’atmosfera sospesa e intrigante del giallo a fumetti, anche se la rappresentazione visiva del racconto è talmente misteriosa e avvolgente da aggiungere quel tocco di turbamento necessario all’evoluzione della storia senza rivelarne il contenuto.

E per molta parte della lettura ho voluto saperne di più della vita passata di quest’uomo… ho come la sensazione che si lasci assai carta bianca affinché ognuno possa costruirsi la sua storia… che ne dici?
Sì, il senso della narrazione è che per trovarti devi perderti e che ognuno si costruisce la propria gabbia, arredandola secondo i suoi gusti o i suoi desideri. Credo che si tratti di una condizione molto diffusa nel mondo occidentale, incapace di imparare dal suo passato e di liberarsi dalla perenne emergenza che continua a produrre effetti socialmente devastanti. Per questo cercare di essere se stessi è una grande lotta di libertà, una parola che oggi fa paura, non foss’altro per le conseguenze che comporta essere realmente liberi.

Domanda forse banale ma assai inerente… forse: esiste un disco oppure esisterà un disco dietro questo romanzo?
Non credo che possa esserci un’evoluzione di questo tipo, ma la vita ti insegna a non mettere limiti alle proiezioni della tua immaginazione, quindi al momento non sono in grado di darti una risposta precisa.