Disco epico di storia e di memoria ma anche di divertente gusto celtico / rock… un minestrone che dai toni scuri dei This Mortal Coin poi spazio un po’ ovunque e sembra davvero prenderci gusto perché c’è del grande mestiere dietro. Una firma storica della produzione italiana e internazionale come Giovanni Pollastri assieme alla voce di Annie Saltzman Pini, nata a New York City, per dare suono e sostanza alle gesta delle grandi piratesse della storia. “Pirate Queens” è il disco degli Out of the Blue che ovviamente indaghiamo da vicino come nostro solito:

“Pirate Queens” è un disco che fondamentalmente fa storia: una storia troppo spesso dimenticata. Perché secondo voi?
Giovanni
: il ruolo del pirata è sempre stato relegato a una figura maschile. È sicuramente vero che la maggior parte dei pirati erano uomini, anche perché alle donne non veniva data la possibilità di salire sui vascelli. Ed è anche vero che il mondo del cinema ha sempre rappresentato la figura piratesca con gli uomini, con qualche rarissima eccezione. Sta di fatto che l’immagine del pirata è un’immagine maschile. Noi abbiamo voluto riaprire un sipario dove mettiamo al centro dell’attenzione quelle piratesse che hanno ottenuto un certo successo nel loro tentativo di diventare delle pirate queens, modo in cui venivano denominate le donne pirata. La storia della pirateria ha avuto le sue piratesse che hanno lasciato un marchio indelebile nella cultura dei propri paesi. Vedi Sayyida al Hurra, famosa piratessa marocchina che è rimasta scolpita nella memoria del proprio popolo, esattamente come Grace O’Malley, che ancora oggi viene celebrata in Irlanda per il suo ruolo di difensore della propria terra. Con il nostro album intitolato appunto “Pirate Queens” torniamo a puntare ancora i riflettori su queste incredibili donne.

Come avete scelto di quali piratesse parlare? E come avete rintracciato poi la storia da raccontare?
Annie
: prima di iniziare a scrivere i testi dei brani inclusi nell’album, ho fatto una profonda ricerca tra i libri della Library of Boston. Tutte le piratesse avevano storie intriganti, per cui la scelta è ricaduta su quelle che mi hanno colpito di più. Chissà, magari ci saranno ulteriori avventure in futuro. Ho molti cari amici e amiche in Marocco e mi è piaciuto molto fare le ricerche proprio su Sayyida al Hurra, una delle figure femminili più carismatiche nella cultura del loro paese, e cantarne le lodi in arabo.

E la storia di questo lungo viaggio passa anche per l’Italia?
Giovanni
: non siamo a conoscenza di piratesse italiane sinceramente. Sebbene l’Italia sia un paese di marinai, visti i numerosi chilometri di coste, non ci sono testimonianze di figure femminili che abbiano lasciato un segno nella storia della pirateria italiana. Forse dovremmo indagare ancora meglio e scoprire se in effetti ci sono state donne importanti in questo ambito. Nel nostro piccolo però facciamo partire dall’Italia questo viaggio nel mondo delle quote rosa della pirateria che ci auguriamo possa fare il giro del mondo in maniera da mettere di nuovo in luce quelle figure femminili che hanno raggiunto il loro traguardo in una posizione particolarmente delicata.

È la storia ad aver ispirato i suoni e gli arrangiamenti o (in qualche modo) il contrario?
Giovanni
: di solito il mio modo di comporre parte da idee musicali, un riff, un arpeggio di chitarra, una idea melodica, che poi sviluppo a seconda del tema di cui si parla nel testo. Posso quindi dire che è più il contrario, anche se al tempo stesso, una volta individuato l’argomento di cui parlare, ritorno a lavorare sui suoni, cercando anche di contestualizzare il sound che andrà a dare una forma quasi visiva al brano.
Io e Annie lavoriamo molto bene insieme e questo ci porta a collaborare a quattro mani sui nostri brani. Quando le faccio sentire un’idea, magari anche già sviluppata dall’inizio alla fine, lei inizia a lavorare sulla melodia e sul testo, per cui poi io adatto nuovamente i suoni per far si che testo e musica rientrino in un unico contesto. È a quel punto che magari iniziamo a scambiarci i ruoli, io intervenendo anche sui testi, e lei suggerendo ulteriori sviluppi musicali. A volte è lei che invece propone un brano partendo da un giro armonico, una sequenza di accordi, che poi sviluppiamo entrambi. Il risultato è sempre una evoluzione del nostro lavoro, arrivando quindi alla versione finale del pezzo che racchiude in pieno la nostra comunicazione artistica.

Canzoni che celebrano lo spirito di queste donne: e che rapporto hanno con il brutto delle loro vicende? C’è un moto di condanna o solo di celebrazione?
Annie
: stiamo dando per scontato che abbiano fatto qualcosa di solo negativo. Sicuramente sono state violente, ma hanno lottato per cercare una sorta di liberazione impensabile per tutte quelle donne dell’epoca. Si potrebbe dire che anche oggi, nel mondo attuale, ci sono ancore le Pirate Queens, per modo di dire. Si capisce quanta fatica fanno ancora tante donne a emergere in tutti i settori della società. Basti guardare Iran ed Afganistan, giusto per nominare due paesi.

E la chiusa del disco sembra una festa: un inedito in tutto e per tutto. Cioè?
Giovanni
: esatto, è una festa, una celebrazione di un ruolo, di una figura che vuole essere celebrata! Mentre tutti gli altri nove brani del disco parlano specificatamente di nove piratesse, “Pirate Queen” è il brano che racchiude il significato del disco, che rappresenta la figura della piratessa, di quelle pirate queens che hanno lasciato il loro segno indelebile nella storia della pirateria.
È un epilogo, una logica chiusura di un viaggio musicale e culturale. L’arte è comunicazione e noi cerchiamo di utilizzare la nostra musica per dare ulteriori spunti all’ascoltatore, per spronarlo ad andare a leggere e ad approfondire l’argomento! Siamo sicuri che addentrarsi in un ruolo così poco conosciuto ma particolarmente importante, possa portare l’ascoltatore a nutrirsi di un argomento del passato che ancora oggi risulta dannatamente attuale, ossia il ruolo della donna nella società odierna. Le nostre pirate queens hanno raggiunto il loro scopo, a volte purtroppo pagando a caro prezzo il proprio coraggio e la propria caparbietà, ma spesso hanno conquistato il loro spazio, e allora si festeggia a risate e boccali di rum!