Prima di tutto un libro edito da Paola Caramella. Poi un Ep di 3 brani che troviamo in rete o con QR Code a corredo del libro stesso. Si intitola “MISTER VOLARE – 20 anni di vita italiana attraverso le canzoni di Modugno” e noi fermiamo il suo autore, Tiberio Ferracane, cantautore di lunghissimo corso che dal sud proviene e al nord ha messo radici. Cantautore dalla voce graffiante ai bordi, francese dentro quel certo modo di concepire la teatralità della canzone. La storia di tutti noi, di questa bella Italia, della sua canzone dentro un libro di risposte alle belle domande che indagano e illuminano.

Modugno è il padre di tanta musica italiana. Una domanda semplice e
banale: senza di lui oggi cosa mancherebbe o esisterebbe in altra forma?
Quando si dice che c’è un prima e un dopo di “Nel blu dipinto di blu” non è solo un colpo di teatro, tutt’altro! Modugno ha rotto gli schemi, sdoganato la nostra canzone e non solo perché la sua “Volare” ha preso letteralmente il volo. Quelli sono gli effetti, ma ha fatto ben altro. Ha dato prospettive nuove, diverse. L’utilizzo invariabilmente della lingua siciliana, napoletana o italiana. “Vecchio frack “del 1955 anticipava di molti anni tutta quella produzione di canzoni che venne poi riconosciuta nella “Canzone d’autore”. Per altro c’è una versione francese “L’homme en habit rouge” di una certa Barbara che vi invito ad ascoltare.

A Modugno associo anche il teatro ma la musica di Tiberio Ferracane -
e qui penso a “Magaria” – aveva sempre poco di “teatralità”. In merito a
questo che senti di aver preso e rubato dal maestro?
Ti rispondo con una affermazione di Fabrizio De Andre:” Cantavo imitando Modugno e d’altronde come si poteva non subire la sua influenza?” (tratto da un’intervista al “Giornale” del 8 Agosto 1994, a 2 giorni dalla sua scomparsa) Ecco io credo che il Maestro sia stato la sintesi di quello che molti di noi (cantautori e interpreti) vorremmo essere. Avere il dono della scrittura e della interpretazione. Ma d’altronde la sua aspirazione come attore, mai abbandonata, la riversava anche nelle sue canzoni e le sue interpretazioni. Il suo modo di cantare mi affascina più di chiunque altro interprete.

Che poi quel certo “teatro” è divenuto un modo di vivere all’Italiana
se vogliamo o sbaglio?
Sai, c’è da dire che lui incarnava tutta quella italianità che anche li sdogana. L’uomo con i baffetti, con le mani che volteggiano e le braccia aperte. Simpatico ma anche burbero al momento giusto. Si è così! Perfettamente d’accordo

Di questo libro ascoltiamo anche 3 brani, 3 omaggi a Modugno che canti
in prima persona. Serviva la musica per completare una storia italiana?
I tre brani che si trovano all’interno del libro e a cui si accede con un QR code dedicato sono un omaggio al Maestro e anticipano l’uscita di un lavoro discografico prevista nel 2024. La musica è parte essenziale in questo libro.

Domanda spigolosa: dell’ipotetico “plagio” su “Nel blu dipinto di
blu”? Ne parli?
No, non ne parlo. Devo dire che è una notizia che non mi ha affascinato, tutt’altro. In verità c’è una denuncia di plagio che Domenico Modugno dovette affrontare con il premio Nobel Dario Fo nel 1977 con il brano “Malarazza”, per la cronaca Mimmo vinse la causa, e a ragione. Il brano caso mai fu abbellito da quel “Ti lamentii ma che ti lamenti pigghia nu’ bastuni e tira fora li denti” e musicalmente non c’è storia. Ma trovate tutto nel mio libro “Mr Volare, 20 anni di vita italiana attraverso le canzoni di Modugno”