di Ester M. Campese
Gli artisti spesso, aggiungerei per fortuna, non conosco il limite imposto dal convenzionale. Sono loro gli sperimentatori assoluti di tutte le nuove frontiere in un’esigenza pioneristica per soddisfare spasmodiche curiosità a volte del tutto irrinunciabili divenendo per alcuni necessità impellente. Direi che questo è il caso di Fabrizio Trainito che dal 2013 ha sviluppato un’originale tecnica di disegno basata sugli smartphone dotati di pennino.
Nella sua arte troviamo una sottile provocazione. Le sue composizioni astratte geometriche possono ripercorrere, in parte, il surrealismo dell’onirico Mirò e del teorico del colore Kandinskij, ma più specificatamente la sua espressività andrebbe collocata tra agli artisti di un post-puntinismo “riammodernato” che Trainito stesso sviluppa con una sua propria ed originale visione, attualizzata dai mezzi che la tecnologia oggi offre. Trae dal puntinismo originario, del movimento 1870, la tecnica della scomposizione dei colori restituendoli sul supporto che di volta in volta utilizza (carta, cartoncino, tela) in piccoli punti. I suoi colori, proprio come nello stile puntinistico, non necessitano di essere mescolati sulla tavolozza, ma sono direttamente accostati sull’opera in modo che la fusione cromatica divenga la sintesi percettiva nella retina dell’osservatore.
Fabrizio Trainito dunque attraverso il pennino degli smartphone ha creato una nuova disciplina e tecnica denominata MoDiArt”, ovvero l’Arte Digitale Mobile. Una tecnica che prevede un metodo con un’elevatissima precisione, ma le sue composizioni non risultano fredde od artificiali e nemmeno prive di movimento ed emozioni, tutt’altro. L’artista ha una significativa capacità creativa ed espressiva che fonda le radici in un’ immaginazione che pur nell’astrattismo non è del tutto informale, ma mantiene un tratto in un linguaggio ben identificabile.
Trainito offre in modo efficace all’osservatore uno sguardo verso il futuro, un sguardo altrove, convertendo il contestuale tangibile quotidiano, a volte stretto e soffocante, talora distratto e distraente, in emozione impalpabile, in proiezione di pensiero che diviene attraverso la sue arte radiosa gioia. Comprensibile e percettibile davvero da tutti riesce a far immedesimare l’osservatore con il tramite delle sue opere, nei suoi percorsi labirintosi fatti anche di enigmi che l’artista Fabrizio Trainito offre al suo interlocutore. Una suggestione che concede una via differente dall’urbano post moderno cementificato, attraverso una ribellione provocatoriamente allegra che ci trascina irresistibilmente attraverso colorate e fantasiose immagini di natura ed emozionali esplicate anche attraverso figure in atteggiamenti relazionali. Si avverte quasi il desiderio di sovvertire l’individualismo, l’esistenzialismo, l’isolamento dell’umanità d’adesso in un gioioso girotondo tra i colori con le sue fluide forme, offrendo così quella novella via di fuga.
Le sue opere sono raccolte ne il “Manifesto dell’Arte Digitale” e in “Smartphone Art”. Un’art grafica che diviene poetica traguardando una nuova frontiera, davvero originale, con tale modalità. Nel suo Manifesto dell’Arte Digitale Mobile, Trainito spiega le linee guida di questa nuova tecnica artistica prefiggendosi in tal modo anche l’essere lui medesimo il teorico di questo nuovo ed interessantissimo movimento. Le sue opere sono attualmente esposte a Roma sia alla Galleria Sempione Art in corso Sempione che a Trastevere presso Lettere e Caffè.
Una sua opera, “Tennis Pac-man”, nel 2018 è stata premiata nel concorso degli Internazionali di Tennis di Roma.