“In questi giorni, guardando mia madre sul letto d’ospedale, in stato comatoso, mi sono ricordata quando per la prima volta ho tenuto in braccio mio figlio. Pensai allora che la frase: “Finché morte non vi separi” andrebbe detta  non quando ci si sposa, ma quando nasce un figlio. 

Da un marito o da una moglie ci si può separare, da un figlio mai e da un genitore neanche!

Quando si perde un genitore si cessa di essere “figli”. 

Non avremo più nessuno che ci veda sempre bambini, e che si preoccupi per noi, che ci dica mangia, copriti, stai attento. Più nessuno si ricorderà cosa nasconda quella cicatrice ancora  visibile o di quel compleanno particolare o di quella delusione che ci fece versare fiumi di lacrime.

Che cosa ci spaventava, di cosa andavamo pazzi o quel giocattolo che non mollavamo mai!
Delle prime delusioni sentimentali. Un rapporto particolare che, negli anni, ci permetteva di  raccontarci e di sfogarci, anche solo per il piacere di qualcuno che ci ascoltasse con attenzione e ci desse sempre ragione!

I genitori? I nostri primi fans!

Se ne va un pezzo di storia, la nostra storia personale. Insieme ai genitori si seppelliscono montagne di ricordi che più nessuno ricorderà! Seppelliamo frammenti di noi che più nessuno sarà in grado di ricomporre.
Una carezza, anche di una mano ormai vecchia e stanca, che più nessuno ci farà ma che aveva il potere di mettere pace nel cuore.
 
In questi giorni ho seppellito la mia, di madre. Mio figlio e mia nipote, da adesso li guarderò anche attraverso il suo sguardo. Li abbraccerò e so che l’unica cosa saggia da fare, sarà andare avanti, nella vita, sorridendo!

Buon viaggio Mamma!”

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