Ambiente: riscaldamento globale e alta marea

di Guido Campese 

Dagli attuali studi degli scienziati non è emerso in modo netto che via sia una connessione diretta tra riscaldamento dell’ambiente e l’alta marea. La comprensione di come i cambiamenti climatici influenzano l’ambiente e il clima è un campo di studio in continua evoluzione, e gli scienziati continuano a cercare di comprendere meglio questi complessi meccanismi.

E’ pur vero tuttavia che il riscaldamento globale  influenza l’alta marea se non altro per il discioglimento dei ghiacciai delle calotte polari e anche per le acque degli oceani.

Il riscaldamento del globo, dovuto all’inquinamento atmosferico causato prevalentemente dalle emissioni industriali e alle attività legate all’uomo, che continua a riversare gas a effetto serra nell’atmosfera, ha generato il ritiro dei ghiacciai e delle calotte polari portando all’aumento del livello del mare. L’aumento della temperatura degli oceani causa il fenomeno fisico dell’espansione dell’acqua, contribuendo ancora una volta all’innalzamento del livello del mare.

L’alta marea è il risultato della combinazione di diversi fattori. Tra questi oltre alle fasi lunari anche le correnti oceaniche e i venti. Tuttavia, il cambiamento climatico può avere la sua influenza su questi fenomeni naturali. Può infatti causare l’aumento della velocità delle correnti oceaniche o della loro frequenza, nonché dell’intensità delle tempeste, che possono contribuire ad un’alta marea di maggiori proporzioni.

L’Italia e il territorio a rischio  

Gli studiosi hanno già stimato che entro il 2050, indipendentemente da quanto saranno ridotte le emissioni di carbonio a livello globale, fonte maggiore dell’inquinamento, e rispettando gli accordi sul cambiamento climatico, aumenterà comunque di 30 cm.

In particolare per quanto riguarda il Bel Paese risultano a rischio fra 2500 e 5000 chilometri quadrati di territorio. L’Italia infatti è attorniata da un sistema marino complesso composto da sei diversi mari, tutti sottobacini del Mar Mediterraneo, tra cui il mar Adriatico, il mar Ionio, il mar Tirreno, il mar di Sicilia, il mar Ligure e il mar di Sardegna.

Unitamente al fenometo dell’innalzamento delle maree si aggiunge anche quello del bradisismo. Tutto questo in una condizione idro-geologica dell’Italia in alcuni punti molto compromesso. Succede, come il caso di Venezia, anche che il terreno si abbassi velocemente e quindi il mare inondi la città. Sono state poste soluzioni per Venezia in particolare, istallando le note barriere del Mose, che consentono di mantenere “stabile” l’alta marea.

In una situazione sempre più urgente e per accelerare i tempi è però necessario trovare soluzioni che riescano a difendere le coste italiane e non solo contenere l’immissione di gas serra. 

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