Il ritorno del Padre

di Annalisa Lo Monaco

“Se quello che i mortali desiderano, potesse avverarsi, per prima cosa vorrei il ritorno del padre”: è Telemaco, il figlio di Ulisse a parlare così, nell’Odissea. Egli è una delle prime figure che nelle grandi narrazioni dell’umanità testimonia dell’angoscia del figlio senza padre.
Dopo di lui, ne vennero molti altri. Ed oggi sono legioni”.

Questa bellissima frase del libro di Claudio Risè, in modo toccante, sottolinea un aspetto della famiglia italiana.
 
 
Il padre, nonostante negli ultimi 30 anni sia cambiata la cultura della famiglia, continua ad essere il grande assente. Sono purtroppo moltissimi i figli che, dopo la separazione dei genitori, perdono qualsiasi rapporto con il padre.
 
E’ un grave danno, affettivo e psicologico che i figli difficilmente superano. La separazione è un trauma per il nucleo familiare e per i figli ma, come da anni mi affanno inutilmente a ripetere, il mestiere del genitore non finisce mai. Anche se i figli possono capire che il rapporto uomo/donna è finito, la presenza costante dei genitori nella loro vita quotidiana permetterà di assorbire meglio la separazione.
 
Il padre è una figura fondamentale per i figli, soprattutto per i maschi! Vedo molte mamme costrette a svolgere un doppio ruolo, ma il compito che i padri devono svolgere nei confronti dei figli non è assolutamente sostituibile dalle mamme. Il riferimento maschile nell’adolescenza è fondamentale, fosse anche per prenderne le distanze in caso di esempio negativo. Uno psicologo sosteneva l’importanza del padre nella famiglia affermando che: ‘E’ meglio un cattivo padre che nessun padre’.
 
Sono d’accordo. Il padre è la misura di ciò che “c’è là fuori’”. È il passe-partout dei figli per la società; rappresenta l’ufficialità, colui che consegna le chiavi di casa autorizzando a ‘fare tardi’.
E’ quello che insegna a farsi rispettare ma, se occorre, anche a difendersi. Il padre è quello che dovrebbe insegnare il vero significato di ‘virilità’, quello che insegna ad assumersi le proprie responsabilità e per questo il ruolo paterno non può essere scambiato con quello materno. Compito della madre è l’affettività, l’accoglienza, la compassione, tutto ciò che attiene al mondo interiore.
 
Purtroppo nessuno insegna ai genitori come separarsi in modo ‘intelligente’ e, in questo modo, limitare i danni. Troppo spesso ci si lascia invece travolgere da risentimenti, ripicche e rancori che vedono nei figli solo capri espiatori o peggio, efficaci strumenti di ricatto /vendetta.
 
In questo scenario spesso il padre si sottrae scomparendo. Cosa si può fare?
Farsi aiutare, laddove il risentimento personale prende il sopravvento, cercando di tenere fuori i figli. Risolvere, da persone civili, i problemi nell’ambito della coppia. La coppia genitoriale sarà sempre presente nei momenti importanti dei figli.
 
Il compito di favorire il rapporto padre/figli attiene alle madri, allora  bisogna mettere da parte i propri rancori personali e se non ci si riesce, affidarsi a qualche consulente che possa fare da intermediario.
Bisogna cercare di salvaguardare un rapporto così delicato e così importante per i figli, la cui futura vita affettiva sarà condizionata dall’esempio vissuto in famiglia.
 
Per approfondire:
  • Il Padre, l’assente inaccettabile di Claudio Risè ed. San Paolo
  • Il Padre ritrovato di Maurizio Andolfi ed. F. Angeli
  • L’ombra più lunga di Gianfranco Pecchineda ed. Colonnese
  • Filippo Neri, Padre secondo lo Spirito di Giuseppe Bella ed. Jaca Book
  • Padre padrone di Gavino Ledda ed. Il Maestrale
  • Voglia di padre di Gustavo Pietropolli Charmet ed. Mondadori
  • La donna perduta di L.S. Leonard ed . Astrolabio

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