Riappropriamoci delle parole e del loro significato.
‘Vecchio’ è una di quelle parole che non si possono più pronunciare perché ‘politically incorrect’.
Ma quando mai? A 90 anni si è vecchi, non anziani!
Perché negare la bellezza di una quarta età la cui esperienza è inevitabilmente visibile?
Negare la vecchiaia proibendo l’uso di questa parola, in questa società decadente e tesa all’eterna corsa verso la bellezza e la gioventù, significa negare la malattia e anche la morte.
Riappropriamoci delle parole e del loro significato.
Stiamo vivendo come struzzi. Struzzi che non amano chiamare le cose con il loro nome, sperando forse di tenersene lontano.
Si ricorderà che diversi anni fa la parole ‘tumore’ non veniva pronunciata. Si diceva: “Ha un brutto male” oppure “Ha quel male lì”.
Quasi che non dandogli un nome, negandone l’identità si potesse esorcizzare.
Non riconoscere e non accettare le malattie e il naturale decadimento del corpo, non significa non farli accadere.
Abbiamo il dovere, verso noi stessi, e verso chi ci è accanto, di mantenerci in salute seguendo una dieta sana, facendo regolare attività fisica, cercando di contrastare dolori o altro con tutto quello che abbiamo a disposizione.
I 70enni così come gli 80enni oggi, non sono i vecchietti incartapecoriti di 40-50 anni fa. Sono persone attive che viaggiano, fanno sport, hanno una vita sociale e fanno progetti.
E’ un’epoca di privilegi, la medicina ci viene incontro, così come la medicina estetica per chi vuole tenersi un po’ su.
Però non lamentiamoci degli anni che passano e chiamiamoci pure vecchi.
Poter invecchiare è un privilegio, e non a tutti è concesso!
Sito qui